A. PIT., La Stampa 16/2/2014, 16 febbraio 2014
CIVATI: DIECI NOSTRI SENATORI POSSONO NON VOTARE LA FIDUCIA
La parola più ricorrente è «disagio». Pippo Civati è rimasto fermo sulle sue posizioni: «Ma come, per non fare le larghe intese con le elezioni, finiamo per farle senza votare?». Granitico sul no al nascituro governo Renzi. Su cui «una decina di parlamentari, soprattutto al Senato» potrebbero convergere quando ci sarà da votare la fiducia.
Nel Pd c’è chi l’accusa di voler fare la scissione per interesse personale…
«Gli scissionisti sono loro, non io. Io pongo un problema politico dicendo che stiamo facendo una cosa azzardata. Non ho mai parlato di scissione, ho solo segnalato che c’è qualcuno che la fiducia, magari, non la vota».
Per esempio?
«Per esempio la dichiarazione di Casson (“Diremo no se non ci ritroveremo sui contenuti e i metodi”), che non ho neppure sentito e che è del tutto indipendente da me. C’è un disagio, ma il problema sarebbe Civati che non vota la fiducia?».
Quindi conferma che non la voterà?
«Quando saprò qual è il governo, da chi è composto e quale sarà il programma esprimerò il mio giudizio. Al momento sono solo molto a disagio».
Perché?
«Il problema che sollevo è politico, non personale. Ma continuano ad attribuirmi intenti che non ho: lo sto scrivendo sul mio blog cosa penso, mica sto facendo magheggi sottobanco».
Cosa non la convince?
«La maggioranza è la stessa di prima, con la differenza che durerà quattro anni. E per non fare le larghe intese con le elezioni (per via del proporzionale), le facciamo senza. Assurdo».
E come lei anche altri?
«Il Pd non sta facendo quello che il Pd è stato incaricato di fare, né all’inizio né a metà di questa legislatura. C’è qualcuno quindi che, legittimamente, solleva obiezioni. Siccome sono tutti preoccupati dal sì di Alfano, che è condizionato non si sa bene a cosa, magari, oltre a me, c’è anche qualcun altro che si sente a disagio».
Li potremmo definire sostenitori della «mozione» Civati?
«Non c’è nessuna mozione Civati. C’è una decina di parlamentari, soprattutto al Senato, che sono in difficoltà. E c’è un articolo della Costituzione che esclude il vincolo di mandato».
Dieci al Senato è un numero che pesa per la tenuta della maggioranza, non trova?
«Renzi non deve temere, può sbagliare da solo anche senza i dieci. Non sono decisivi».
Ha chiesto al Pd di smentire trattative in corso tra Renzi e Verdini tese a ridimensionare il peso di Alfano in maggioranza. Alla fine è arrivata…
«Meno male, siamo stati in pena tutto il giorno».
Vendola ha tagliato tutti i ponti col governo Renzi, se lei non fa la scissione del Pd ma, come sostiene sempre lei, la fanno gli altri, può nascere qualcosa di nuovo?
«Siamo in un passaggio di fase micidiale. Vendola ha parlato di nuovo mondo, di una nuova “Repubblica”, in senso ironico ovviamente, e in effetti non ha tutti i torti. Un passaggio che supera quello che c’era stato l’anno scorso, perché adesso lo stiamo facendo a freddo non come conseguenza del tradimento dei 101. Lo facciamo intenzionalmente. Certo che c’è la possibilità che nasca qualcosa di diverso. Anche senza che le colpe siano addebitate a me».
[A. PIT.]