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 2014  febbraio 16 Domenica calendario

USA-VATICANO, LA SVOLTA DI REAGAN


Le normali relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Vaticano sono un’acquisizione abbastanza recente, che risale all’amministrazione Reagan e suscitò vive proteste da parte dei rappresentanti delle varie confessioni religiose americane. Un ambasciatore presso la Santa Sede, era la tesi degli oppositori, contraddiceva il primo emendamento della Costituzione: «Il Congresso non emanerà alcuna legge per il riconoscimento ufficiale di una religione o per proibirne il culto». Il 23 dicembre 1983 la nomina di William Wilson, un costruttore californiano, a primo ambasciatore presso la Santa Sede, fu quindi un atto di rottura voluto dal protestante Ronald Reagan soprattutto per rafforzare i legami con il Papa polacco Karol Wojtyla, visto come il miglior alleato per infliggere il colpo decisivo all’impero comunista in crisi. I fatti, i retroscena e gli antecedenti di questa storica svolta sono egregiamente descritti nel saggio Un’alleanza quasi santa , che Andrea Di Stefano ha scritto per il nuovo numero della rivista «Memoria e Ricerca» (Franco Angeli editore) che festeggia i vent’anni di vita. Prima di Reagan, era stato Harry Truman nel 1951 a cercare senza successo di nominare un ambasciatore Usa in Vaticano: il candidato era Mark Wayne Clark, il liberatore di Roma, ma «le furiose reazioni dei protestanti» spinsero il generale a declinare l’offerta. Dati i precedenti, l’evangelico Ike Eisenhower, il cattolico John Kennedy e il laico Lyndon Johnson non toccarono più l’argomento. Solo Richard Nixon, nel 1970, nominò «inviato speciale» presso la Santa Sede l’ex ambasciatore a Saigon, Henry Cabot Lodge Jr. Un ruolo simile a quello ricoperto nel 1939 da Myron Taylor per conto di Franklin Delano Roosevelt. L’amministrazione Reagan dovette far fronte a una serie di ricorsi legali. Soltanto nel 1986 la Corte suprema mise fine alla controversia: «Non era provato che i ricorrenti fossero stati discriminati e danneggiati dalla creazione di un’ambasciata in Vaticano». La Realpolitik di Reagan in funzione anticomunista aveva vinto.