Aldo Grasso, Corriere della Sera 15/2/2014, 15 febbraio 2014
MENTANA MARATONETA TRA SMS E DIRETTA TV
Mentana, dategli una maratona e farete di lui un uomo felice. È un caso singolare: Enrico Mentana è uno scattista, la battuta pronta, la capacità di afferrare al volo le situazioni, ma da qualche anno, da quando dirige l’informazione su La7, non disdegna la long distance. Giovedì doveva commentare il passaggio da Letta a Renzi, trasformare in racconto una parata di interventi infarciti di citazioni liceali (L’attimo fuggente su tutti : «Non hanno letto la poesia ma hanno visto il film» è stato la chiosa del Nostro), raccontare una crisi opaca, che è una delle cose più difficili al mondo.
Altre reti erano collegate — per non parlare di streaming, di social, di web —, ma nessuno come Mentana ha il fiuto per la trama (e le trame, e i retroscena). Ben coadiuvato da Alessandra Sardoni (una spalla, in senso tecnico, una bravissima cronista nella realtà), «Il giorno del giudizio» è partito con una gag formidabile: Mentana invia un sms a Renzi, pregandolo di ritardare l’intervento perché in quel momento La7 era in pubblicità. Ecco, questi sono i momenti in cui ci manca Chiara Geloni.
Per chi ama «West Wing», «Scandal», «House of Cards», la politica italiana è qualcosa di incomprensibile: i cronisti che si buttano su Marianna Madia o su Dario Franceschini per strappare loro un commento, Matteo Orfini che nel suo intervento tira fuori la fatale parola «narrazione», Gianni Cuperlo che si esprime in perfetto politichese salvo poi dire: «Dobbiamo essere in grado di spiegare agli elettori…». Spiegare cosa? Qui non si va oltre la fiction Rai. «Il giorno del giudizio» si permetteva pure un sottotesto: chi è l’assassino? Il Capo dello Stato? Il direttivo del Pd? Renzi stesso?
C’è stato un momento in cui abbiamo ammirato la pazienza della Sardoni: Renato Brunetta recitava il suo solito ruolo e cercava di indisporla. Lei aveva in mano il microfono… Si è fermata per tempo.