Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore 15/2/2014, 15 febbraio 2014
AZIENDE PUBBLICHE, CON RENZI NESSUNO È PIÙ SICURO DEL POSTO
Spariglio per le nomine. Fuori Enrico Letta, i manager in scadenza di mandato e gli aspiranti alle poltrone d’oro della galassia pubblica cercano di riposizionarsi su Matteo Renzi.
Sono almeno 600 gli incarichi tra consiglieri di amministrazione e collegi sindacali di società controllate che il governo dovrà rinnovare in primavera. Con l’addio di Letta a Palazzo Chigi è venuta meno l’ipotesi della stabilità e della conferma di molti incarichi, in continuità tra le scelte di Letta nipote e quelle dello zio Gianni, sottosegretario nei governi Berlusconi che hanno partorito quasi tutti i cda in scadenza.
Le nomine saranno una prova decisiva per valutare la capacità (e la volontà) di rinnovamento di Renzi. Se si dovesse guardare solo all’anagrafe, l’arrivo del rottamatore dovrebbe provocare un’ecatombe. Si dice che il profilo ideale di Renzi sarebbero manager tra 50 e 55 anni e con un tetto di due mandati. Ma non è detto che finisca così. Il più rapido nell’avvicinamento al sindaco di Firenze è stato Paolo Scaroni, classe 1946, amministratore delegato dell’Eni, il gruppo che vale di più nella Borsa italiana, anche se i risultati economici e industriali hanno perso smalto.
Dopo nove anni, Scaroni aspira al quarto mandato. Ieri Scaroni ha lodato Renzi: «Renzi ha impeto, è davvero una persona che vuole riformare il paese e riformare il paese a volte non equivale a essere popolari, ma quando si vuole qualcosa davvero si è già a metà strada». Già il 20 gennaio Scaroni è stato ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta e c’era anche Renzi, chi ha visto la trasmissione ne ha tratto l’impressione di un’intesa tra i due.
Un legame tra Scaroni e Renzi si sarebbe già stabilito attraverso Jacopo Mazzei, ex presidente della fondazione Cassa di risparmio di Firenze, consigliere di sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Mazzei nel 2012 ha finanziato con 10.000 euro la fondazione Big Bang di Renzi e il sindaco era al matrimonio della figlia di Mazzei, che ha sposato il figlio di Scaroni, Bruno.
Scaroni, si dice, sarebbe disposto anche a scalare alla presidenza (oggi c’è il torinese Giuseppe Recchi) pur di avere come a.d. il direttore generale per l’esplorazione, Claudio Descalzi, classe 1955. Ma tra i curriculum raccolti dai cacciatori di teste che istruiscono le pratiche per il ministero dell’Economia ci sono anche altri profili. Come quello del fiorentino Leonardo Maugeri, classe 1964, per dieci anni direttore strategie e sviluppo dell’Eni, nel 2010-2011 presidente operativo di Polimeri Europa (chimica). Maugeri ora insegna a Harvard ed è nel circolo dei consulenti per l’energia del presidente Barack Obama. Una sua chiamata all’Eni apparirebbe incompatibile con Scaroni, infatti Maugeri lasciò l’Eni a fine agosto 2011, in dissenso, dopo la conferma di Scaroni.
Le liste dei candidati per i cda di Eni, Enel, Finmeccanica e Terna, le società più importanti perché quotate, vanno pubblicate entro il 13 aprile. Se Scaroni resta ci saranno maggiori possibilità di conferma anche per altri manager. Ma una serie di cambiamenti appaiono inevitabili.
Senza Letta, corre rischi l’a.d. Enel, Fulvio Conti, nato nel 1947, anche lui in carica da nove anni. Negli elenchi dei cacciatori di teste del ministero dell’Economia ci sarebbero i curriculum dell’a.d. di Enel Green Power Francesco Starace (nato nel 1955) e dell’a.d. di Alenia Giuseppe Giordo (nato nel 1965).
Poi c’è la pressione di esterni vicini a Renzi. Il più gettonato è Andrea Guerra, a.d. di Luxottica, nato nel 1965. Guerra è intervenuto anche alla Leopolda. Per lui si potrebbe il vertice dell’Eni, dell’Enel o di Terna. A un altro manager affermato, Vittorio Colao, a.d. di Vodafone, nato nel 1961, Renzi potrebbe proporre l’Eni, le Poste o Finmeccanica.
Non è da escludere che in Finmeccanica venga confermato Alessandro Pansa, tra i più giovani in carica, è nato nel 1962, a.d. solo da un anno, ma nel gruppo dal 2001. Con l’uscita di Letta e Saccomanni anche Pansa traballa.
Delicato il capitolo Poste. La società si sta preparando alla quotazione e una sostituzione dell’a.d., Massimo Sarmi, potrebbe sembrare inopportuna. Eppure i candidati a questo posto sono numerosi. C’è anche Luigi Gubitosi, il d.g. Rai nominato da Monti, in corsa anche per l’Enel. Gubitosi scade nel luglio 2015, ma un suo spostamento consentirebbe a Renzi di nominare subito un uomo di fiducia alla Rai, per esempio Antonio Campo Dall’Orto, classe 1964, ex a.d. di Mtv e Telecom Italia Media.