Patrizia Simonetti, Il Fatto Quotidiano 15/2/2014, 15 febbraio 2014
CHARLIE MANSON, LA STORIA NERA CHE NON INVECCHIA
Che sia il fumetto l’ultima frontiera del real crime? Stelle Nere, il nuovo programma della mezzanotte del sabato di Rai3 non offre in realtà nuove modalità narrative: l’autore e conduttore Marco Marra (La Storia siamo noi) somiglia a un Lucarelli calvo che racconta, pure lui, crimini efferati tra i più eclatanti a suon di flashback e interrogativi, manca solo che unisca le mani a specchio. Si muove però, e questa è la novità, all’interno di disegni, quelli di Chiara Fazi, entrando da porte e scendendo da scale tracciate a china, in una scenografia virtuale tra fumetti e ritagli di giornale. È così che dopo il delitto Casati Stampa e il caso Guerinoni, stasera tocca alla prima delle tre “black star” e in attesa di Marlon Brando e John Holmes ci racconta La storia di Charles Manson, guru-cantante e serial killer dall’infanzia difficile. Il piccolo Charles nasce infatti nel 1934 a Cincinnati da una turbolenta adolescente di nome Kathleen e deve il cognome a un suo fidanzato meteora dal quale non avrà nient’altro. Cresce in un’escalation di reati e detenzioni durante le quali impara a suonare la chitarra e si fa una cultura di magia nera, esoterismo e ipnotismo. Così quando a 33 anni esce di galera, è convinto di essere la reincarnazione di Gesù e Satana in un colpo solo, trova lavoro come predicatore hippy, fonda una setta, razzista ma animalista, che chiama The Family e tutti insieme se ne vanno allegramente a far danni in giro per la California su un pulmino nero.
È NORMALE che dopo un po’ rapine, botte di acido e orge possono venire a noia e ci si lanci in qualcosa di nuovo, come la missione Helter Skelter suggeritagli, dirà, da quei quattro angeli dell’Apocalisse che si fanno chiamare Beatles. Non avendo sfondato nella musica nonostante l’aiuto dei Beach Boys, decide quindi di sfondare la villa a Cielo Alto del produttore della Columbia Terry Melcher, uno dei tanti che gli ha detto no, anche se adesso ci vivono i Polanski, e il 9 agosto del 1969 manda quattro dei suoi migliori adepti a massacrare a colpi di pistola e pugnale la moglie del regista Sharon Tate incinta di 8 mesi e cinque suoi amici. E siccome ci prendono gusto, al grido di “dai, facciamolo ancora!” e “vengo anch’io!” il giorno dopo si unisce pure lui alla brigata che va ad ammazzare a forchettate i coniugi LaBianca. Tradito da una sua seguace, Manson sconta l’ergastolo visto che un anno dopo la sua condanna a morte la California ha abolito la pena capitale.