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 2014  febbraio 15 Sabato calendario

LA CORTE DEI CONTI E LA NUOVA CORRUZIONE “LE PIAGHE: CONSULENZE E SPRECHI NELLA SANITÀ”


ROMA — Corruzione? Nel solo 2013 le sezioni regionali della Corte dei conti «hanno inflitto condanne per 48,3 milioni di euro» a favore di enti pubblici. E le sezioni di appello, sempre l’anno scorso, «hanno emesso condanne definitive per 31,5 milioni di euro, di cui 28,7 per danni patrimoniali e 2,7 per danno all’immagine». I magistrati contabili aprono il loro anno giudiziario e contestano i “grandi” numeri della corruzione, quei famosi 60 miliardi che piazzano l’Italia al top delle classifiche Ue. Dice il presidente Raffaele Squitieri che «non sussistono criteri univoci per elaborare credibili stime quantitative». Il procuratore generale Salvatore Nottola è sulla stessa linea (servono «strumenti di misurazione solidi e adeguati»). Eppure, a spulciare il bilancio, si scopre che non solo i reati di corruzione, concussione e peculato, ma anche il business delle consulenze e la mala gestione della sanità e dei fondi europei, rivelano uno spaccato inquietante dell’economia nera italiana. Un viaggio in cifre che hanno il pregio di non essere frutto di rilevazioni statistiche. Partendo dai dati delle forze di polizia per i reati contro la pubblica amministrazione denunciati nel 2013, 452 corruzioni, 264 concussioni, 2063 abusi d’ufficio, e per le persone denunciate, 2014 per corruzione, 566 per concussione, 5773 per abuso d’ufficio.
GOLE PROFONDE IN CALO
Era la novità più reclamizzata della legge anti-corruzione, una speciale garanzia di anonimato per chi decideva di denunciare le mazzette negli uffici pubblici. Ora la Corte rivela che non sta andando così. Perché c’è «una significativa flessione nel numero dei casi segnalati da dirigenti e funzionari ». Si assiste «a una scarsa propensione alla denuncia, non solo perché si tratta di accordi tra corruttore e corrotto, ma perché nessuno dei concorrenti ha interesse a far scoprire il reato».
PUNIRE IL RESPONSABILE
La Corte scopre un’altra magagna nella legge Severino che prevede, per ogni ente pubblico, anche un estensore e un responsabile del piano anti-corruzione. Se esiste, e se magari quel piano non viene fatto, è ipotizzabile che anche questa figura possa «essere perseguita in sede contabile».
IL BUSINESS CONSULENZE
Anche qui cifre sono pesanti. Con l’elenco delle sentenze regione per regione, la Corte documenta che nel 2013, in primo grado, si è verificato un danno di quasi 4,9 milioni di euro, mentre in appello si superare il milione. Commento pesante: «L’indebito ricorso a risorse esterne produce un vulnus di duplice materia: da un lato, l’inutile dispendio di risorse pubbliche, dall’altro la “mortificazione” professionale dei pubblici funzionari». A ciò si aggiunge «un’assoluta carenza di pregio delle prestazioni rese». Per la Corte il ricorso agli esterni può anche nascondere «fenomeni corrosivi di un corretto svolgimento della competizione politica, perché una consulenza può costituire una forma di compenso o il riconoscimento per servigi resi nella ricerca del consenso politico».
I NUMERI ILLECITI DELLA SANITA’
Sono 50 le sentenze d’appello del 2013, per 55,4 milioni di euro per danni all’erario, cui si aggiungono i 17,9 milioni per 237 sentenze di primo grado, per illeciti nella sanità. Nella sola Sicilia le sentenze d’appello sono 11 per 13,8 milioni. Si va dall’illegittima gestione degli appalti, ai risarcimenti per errori sanitari, a un caso di mobbing (545mila euro a un medico), a ristrutturazioni irregolari.
I FONDI UE
Cifre a sei zeri anche per i danni erariali per la gestione dei fondi comunitari, 107 sentenze di primo grado nel 2013 per 95,9 milioni di euro, 33 in appello per 26,7 milioni.