Ilaria Ciuti, la Repubblica 15/2/2014, 15 febbraio 2014
“MATTEO È COME UN FIGLIO, PUÒ RINGIOVANIRE L’ITALIA”
FIRENZE — «Sono uno che si fida di sé più che degli altri». Ora però Roberto Cavalli è entusiasta di «Matteo». Il sindaco e lo stilista: ambedue fiorentini.
Cavalli, che ne dice che il suo sindaco diventi primo ministro?
«Gli ho mandato un sms alle due di notte: “Mio caro grande amico, complimenti, congratulazioni. Come ti sta urlando tutta l’Italia perché sta sperando. Ma l’amore, quello vero che porterà il tuo nome nei libri di storia deve ancora nascere. Te lo conquisterai dimostrando che la speranza era fondata”».
Complicità da fiorentini?
«No. È solo che a Firenze ogni 500 anni nasce un grande uomo. Matteo è uno di questi».
Perché Renzi le piace?
«E’ la nostra pedina per tornare a credere in qualcosa. Matteo può far sì che gli italiani aprano le finestre per vedere che il cielo non è grigio: è blu. Può ringiovanire l’Italia, chi ce l’ha un premier così giovane? Mi ci riconosco un po’ in questo ragazzo che potrebbe essere mio figlio e a cui penso si addica il mio motto: “L’eccesso è il mio successo”».
Già, alcuni lo accusano di ambizione smodata.
«Se non ci si sente ganzi non si ha successo. Quando conobbi Matteo gli mandai un sms: “Senti, è ambizione o missione?”. E lui mi rispose: “Senza l’una non c’è l’altra”».
Ma come vi siete conosciuti?
«A una cena. Non ho mai sentito un sindaco così giovane parlare di moda con tanta professionalità. Né un politico tanto indaffarato ma così gentile da venire a presentare il mio libro, Just Me.
Lui lo ha letto, si è interessato a una storia che non parla solo di moda, ma di mio padre fucilato dai tedeschi, della Liberazione di Firenze, dei successi e le sconfitte della vita. Si ricorda tutto, ha una memoria che neanche Pico della Mirandola».
Convinto della staffetta, invece del voto, per Palazzo Chigi?
«Necessità. L’Italia ha fame e gli altri, da Bersani a Letta, dormivano. Non mi scandalizza neanche l’accordo con Berlusconi, di lì bisogna passare visto che ha ancora il 25%. Purchè sia un accordo piccolo, perché quando dai la mano a Berlusconi poi devi contarti le dita rimaste. Spero che Matteo l’abbia ritirata prima. Ma lui è intelligente».
Adesso cosa gli chiede?
«Un’Italia diversa. Che pensi agli italiani con lo spirito giovane che manca. Da vecchio socialista vorrei anche un’Italia più giusta. Io sono disposto a pagare molte più tasse se vengono spese bene. Non mi scandalizza che si tolga ai grandi capitali per dare di più a chi lavora anche per meno di mille euro al mese».