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 2014  febbraio 15 Sabato calendario

Carola Frediani per "l’Espresso" Apri la app, che contiene solo una tua foto, una frase, e la tua geolocalizzazione

Carola Frediani per "l’Espresso" Apri la app, che contiene solo una tua foto, una frase, e la tua geolocalizzazione. Nessun’altra informazione, neanche un nome. Clicchi e la sottoponi per un’ora agli altri utenti che la stanno usando in quello stesso momento, nel raggio di alcuni chilometri di distanza. Il sistema ti mostra le immagini di alcuni di loro, se ti piacciono - e tu piaci a loro - parte una chat, che può terminare in un incontro lampo. Il tutto nello spazio di un’ora, dopo la quale le reciproche foto e i messaggi scompaiono, il collegamento è interrotto. PURE APPLICAZIONEPURE APPLICAZIONE A quel punto l’unica cosa che si può fare è lanciare di nuovo, per un’altra ora, la propria immagine, e la conseguente dichiarazione di disponibilità spazio-temporale. Così funziona lo spartano e un po’ allucinato mondo di Pure, l’ultima novità sul fronte del dating on line. Il rimorchio ridotto all’osso: una foto digitale, magari pure un selfie; delle coordinate geografiche; e la determinazione di incontrare qualcuno, in quel momento. La app è molto semplice da usare, ma dopo i primi passaggi gratuiti fa pagare i pacchetti di richieste orarie. Anche se gode di una certa popolarità, specie all’estero, solleva non poche perplessità, a partire dalla sua efficacia. "L’Espresso" ha fatto alcuni test in città diverse, e pur avendo incrociato delle persone che la provavano per curiosità, nella maggior parte dei casi non ha trovato utenti connessi in quel momento in zona. Il punto di forza di uno strumento come questo, sostengono alcuni osservatori, è la riservatezza. PURE APPPURE APP Chi la utilizza non deve nemmeno mettere il suo nome e non carica i propri dati su un sito in Rete. Le interazioni sono cancellate nel momento in cui finisce l’ora. Tutto si svolge in modo sotterraneo. A ben vedere, uno dei futuri più probabili della app, forse nemmeno previsto dai suoi creatori, potrebbe essere quello di agevolare il mercato della prostituzione. Del resto il suo slogan è "appuntamenti su richiesta". Il fatto è che Pure è solo il distillato a più alta gradazione di una crescente tendenza del dating a essere sempre più esplicito e funzionale. Una traiettoria inaugurata da app come Grindr, dedicata alla comunità omosessuale, o dalla sua imitazione etero Blendr. Ma anche da siti e strumenti come Bang With Friends, che aveva deciso di capitalizzare sulla rete amicale di Facebook con una proposta indecente: segna con chi vorresti fare sesso fra i tuoi contatti, e se anche loro ti indicano, ma solo allora, verrete messi a conoscenza dell’interesse reciproco. A quel punto, affari vostri. Doveva sembrare un’idea geniale, ai suoi ideatori, ma non ha avuto il successo sperato, al punto che, anche per controversie di copyright, ha cambiato nome, nonché stile. Ora si chiama Downapp e ha addolcito di molto il suo approccio: meno sessuomane, ha allargato il suo raggio di azione includendo nelle liste dei papabili da appuntamento anche "gli amici degli amici" di Facebook. APPLICAZIONE PUREAPPLICAZIONE PURE Al di là dell’estremizzazione rappresentata da Pure, la geolocalizzazione è ormai una caratteristica su cui scommettono molti servizi di dating. Lo sanno bene a Badoo, un social network orientato ai nuovi incontri, nato nel 2006, e che lo scorso Natale ha tagliato il traguardo dei 200 milioni di utenti sparsi in vari Paesi tra cui l’Italia. «La nostra funzionalità più popolare è il Gioco degli Incontri, che permette agli utenti di trovare persone nella loro area geografica, con l’aiuto di foto, interessi e informazioni del profilo», dice a "l’Espresso" Carl Zide, il responsabile della comunicazione dell’azienda. «Un collegamento è creato quando due iscritti si piacciono reciprocamente. Ogni giorno i nostri utenti visitano 563 milioni di profili, il che risulta in quasi 10 milioni di abbinamenti al giorno. La regola che entrambi i partner mostrino interesse evita alle persone di ricevere messaggi indesiderati ed elimina la sensazione di essere respinti che si può provare al bar o su un normale sito di incontri». Badoo diffonde anche alcuni dati sulla sua utenza generale e italiana: l’età media è fra i 25 e i 35 anni, mentre il nostro Paese ha il primato dell’amorazzo da mobile. I single più esigenti e amanti dello smartphone sarebbero i genovesi, i più civettuoli i baresi, mentre Roma detiene il record del numero di utenti. Nessuno però che si sbottoni sulla vera cartina al tornasole dei servizi di dating: il numero effettivo di donne. «Diversamente da altri, prestiamo grande attenzione alla moderazione di ogni foto dei profili per verificarne l’autenticità e la sicurezza», sostiene Zide. «Esaminiamo manualmente 3 milioni di foto al giorno. Simili sforzi hanno ottenuto di aumentare quasi del 20 per cento gli utenti femminili». La cui percentuale assoluta però non viene rivelata. Un’altra delle ultime tendenze del dating è di affidarsi sempre meno al discernimento degli iscritti e sempre di più a sistemi automatizzati che ne valutano i gusti. Si va cioè verso un modello alla Amazon, che si basa più sulla storia degli utenti che sulle loro preferenze dichiarate: insomma, se ti è piaciuto questo Matteo ti piacerà anche questo Tommaso. Ne è convinto Kang Zhao, ricercatore dell’Università dell’Iowa, che ha appena sviluppato un algoritmo per siti di incontri che analizza la storia dei contatti iniziati da una persona, e le risposte ricevute, per poi "raccomandare" potenziali partner. Quindi da un lato i gusti del cliente ma sotto forma di sue azioni; dall’altro, la sua capacità attrattiva. Ma come si misura quest’ultima? «È la somma di chi ha risposto ai tuoi approcci e di chi no», spiega Zhao. «A quel punto cerchiamo le somiglianze fra gli utenti. Per dare raccomandazioni a un certo Luigi, identificheremo altri uomini simili per gusti e capacità attrattiva e controlleremo le donne che hanno avuto interazioni con loro. Tra queste troveremo delle partner adatte a Luigi». L’algoritmo del ricercatore ha aumentato del 25 per cento la percentuale di contatti che ricevono risposte, e ha già suscitato l’interesse di alcune aziende del settore. Che è sovraccarico di servizi, al punto da aver ormai segmentato l’offerta come gli yogurt di un supermercato. Anche in Italia ci sono ormai siti di dating specializzati di ogni tipo: quello per donne mature che cercano baldi giovani (CougarItalia); quello per relazioni extraconiugali (Gleeden); quello per musulmani (Muslima); quello per nudisti e naturisti (NudistFlirt); quello per persone formose (ContactBBW); quello per metallari (IncontriRock); quello per utenti di una certa età (ContactSenior) e così via. Insomma, a giudicare da quello che si trova in Rete, sembra che la gente passi tutto il tempo a trovare dei modi per abbordare da dietro un monitor. Ma anche il rimorchio digitale può diventare un percorso a ostacoli. Innanzitutto molti di questi siti sono solo apparentemente gratuiti. Perché, per accedere a funzioni basilari per interagire con gli altri, serve pagare: ad esempio, su Zoosk per attivare la chat, non avere limiti sui messaggi e sbloccare dati aggiuntivi sui profili occorre comprare dei gettoni. Ma in altri casi, ad esempio in certi servizi indirizzati a chi cerca storie serie, quali Parship e eDarling, sono previsti degli abbonamenti che si rinnovano di scadenza in scadenza a meno di non compilare un modulo di disdetta entro sette giorni dal termine. Poi c’è la spinosa questione dei dati personali, che in alcuni casi sono raccolti con grande dovizia di particolari da lunghi questionari (Parship chiede anche il codice fiscale, il reddito e lo stato di famiglia). Quanto resteranno online i nostri dati dopo che si è perso interesse nel sito? Verranno cancellati? O passati ad altri? La domanda non è oziosa: secondo un’inchiesta della Bbc alcuni servizi di dating su Internet riciclano profili, foto e informazioni per creare finte persone che irrobustiscano e rendano più appetibili i loro siti. Per rimorchiare sul Web insomma bisogna sapersi destreggiare in una giungla di proposte non sempre chiare. E anche se diminuiscono i due di picche, rischiano di aumentare i bidoni.