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 2014  febbraio 14 Venerdì calendario

MORS TUA, MORS (PURE) MEA - UCCISA ELS BORST, LA POLITICA OLANDESE CHE FIRMÒ LA PRIMA LEGGE SULL’EUTANASIA


Lei, che per tutta la vita aveva invocato per sé e per gli altri la «dolce morte», ha avuto invece una fine cruenta, dolorosa e forse opera di uno o più assassini. Ferite sul corpo abbandonato nel garage di casa, «non per cause accidentali», dice la polizia. Una rapina, forse. Ma qualcuno in Olanda si chiede oggi se Els Borst, 81 anni, già ministro della Sanità, abbia pagato così il fatto di aver proposto e firmato la prima legge sull’eutanasia nei Paesi Bassi, nel 2001-2002. Negli anni aveva ricevuto minacce; e l’Olanda è un Paese che ha conosciuto altri delitti originati da moventi ideologici o pseudoreligiosi, le cui vittime si chiamavano Theo Van Gogh, o Pym Fortuyn, il leader gay.

«Mamma Eutanasia», come qualcuno l’aveva battezzata, è morta nelle stesse ore in cui, nel vicino Belgio, il Parlamento discuteva se autorizzare o no la «dolce morte» anche per i bambini, di qualsiasi età. Sia in Belgio che in Olanda, vi sono gruppuscoli integralisti, autodefinitisi cristiani, che periodicamente minacciano di ricorrere alla violenza per difendere «la sacralità della vita umana», ma non pare che finora siano mai passati dalle minacce ai fatti.

Per contro, il tema della «dolce morte» sembra scuotere tutte le comunità religiose o laiche: a Bruxelles, contro l’eutanasia, hanno protestato insieme vescovi cattolici, rabbini ebrei e imam musulmani, mentre il fronte opposto - «rispetto per la libertà dell’individuo» - riunisce scienziati, scrittori, politici socialisti o liberali.E lo stesso è sempre accaduto, sia pure in tono molto minore, in Olanda.

Els Borst era un medico di professione, conosciuta soprattutto per le sue idee liberal sull’aborto, l’eutanasia, la ricerca sugli embrioni. Una volta entrata in politica, nel 1994, divenne ministro della sanità e anche vicepremier. Nel 2001-2002, l’evento che ha segnato tutta la sua biografia politica: la legge che accordava la «dolce morte» ai malati terminali, con l’assenso di almeno due medici. Dieci anni dopo, nel 2012, a quella legge si erano appellate 4 mila persone. Con un limite di età: i minori di 12 anni non potevano né ancora possono, ricevere la «dolce morte».

Uno dei gruppi antieutanasia più attivi in Olanda si chiama «Non ancora morti»: spesso ha riferito che (anche se non si sa fin dove arrivi la leggenda metropolitana) molti anziani negli istituti portano sugli abiti un cartellino con l’invocazione «non voglio l’eutanasia».

La legge promossa 12 anni fa da Els Borst è assai dettagliata e prevede ogni minimo particolare delle procedure. Come nel caso dei neonati malati, per i quali si avverte: «A volte nascono dei bambini con malformazioni o disturbi così gravi che la soppressione della vita è considerata come l’opzione migliore... e deve essere assicurata con tutta la dovuta sollecitudine».
els borstels borst

Ancora: la sofferenza del bambino dev’essere insopportabile e senza prospettive di miglioramento. Questo significa che la decisione di interrompere la terapia è giustificata... I genitori devono dare il loro assenso alla cessazione della vita». Secondo alcuni media olandesi, di orientamento conservatore, nel 2011 i casi di eutanasia sono aumentati del 18% fino a toccare quota 3695. Nello stesso anno, vi sarebbero stati anche i casi di 13 handicappati mentali morti per eutanasia, in forte aumento rispetto ai soli 2 registrati nel 2010.