Maria Volpe, Corriere della Sera 14/2/2014, 14 febbraio 2014
‘RAFFICA’ CARRÀ CONTRO IL NOSTALGISMO: BASTA PIANGERE PERCHÉ NON C’È PIÙ ‘MILLE LUCI’ E BASTA PURE CON ‘STO OMBELICO, È PASSATO. PRENDIAMO LA VITA IN MODO PIÙ EASY’ - “SONO SINGLE MA STO SEMPRE CON I MIEI EX”
Di persona, il suo caschetto biondo con frangetta è esattamente come appare in tv da cinquant’anni: biondo e imperfetto. Fisico asciutto e tonico. Su Wikipedia c’è scritto: «Raffaella Carrà, nome d’arte di Raffaella Maria Roberta Pelloni (Bologna, 18 giugno 1943) showgirl, cantante, ballerina, conduttrice e autrice italiana». Conferma tutto? «Sì, tranne i 70 anni - ride Raffa - me ne hanno messi dieci di più... Ma sì è tutto vero, i miei 70 anni li vivo senza preoccupazione finché sto bene di salute mi tiene viva la curiosità».
Non sono luoghi comuni. Carrà è proprio una donna libera, forte e coraggiosa. Non si volta indietro, mai. Quest’anno si celebrano i 60 anni della Rai, motivo per cui andrà al Festival di Sanremo, la sera di apertura, martedì 18. Un anniversario, quello della tv pubblica, ad alto rischio nostalgia. «Ah guai! Per questo ho scelto di fare "The Voice" (talent show che riprenderà il 12 marzo), perché nella vita devi percorrere strade nuove. Io non ho tutte ‘ste nostalgie. Vogliamo piangere perché non c’è più "Mille luci"? Basta! E basta pure con ‘sto ombelico, è passato. Bisogna prendere la vita in modo più easy».
E lei davvero prende la vita con leggerezza: «Sono felicemente single, sto benissimo, sono sempre coi miei ex mariti». Ovvero i due grandi amori della sua vita: Gianni Boncompagni e Sergio Japino. Entrambi ancora oggi grandissimi amici. Forse per lei, amore più che con matrimonio fa rima con sodalizio artistico?
«Mia madre voleva io sposassi un medico o un architetto, ma che gli raccontavo? Con loro invece c’è stato lo stesso linguaggio. Con Gianni il rapporto è stato un po’ paterno: io sono figlia di separati e mi è mancato il padre che non si è mai occupato di me e mio fratello. Mia madre, donna coraggiosa, è stata una delle prime a Bologna a separarsi. Dunque io avevo bisogno di un rapporto con un uomo grande, sicuro, perché gli uomini mi davano poca fiducia.
Con noi in casa c’erano le tre bimbe di Gianni: io non mi sono mai sostituita alla loro mamma, ma sono stata per loro un’amica e una confidente. Ancora oggi è così. Con Sergio c’è stato un rapporto diverso: lui è più giovane di me (dieci anni meno), capiva e amava le stesse cose mie. Del resto io da bambina volevo fare la coreografa, che è il suo mestiere. C’era un rapporto più giocoso, scherzoso, che poi è diventato amore, e poi per scelte diverse è finito. Ma siamo in ottimi rapporti perché il bene non muore mai».
Si muove con leggerezza nel mondo dei sentimenti Raffaella. La donna di «Carramba» ci crede sempre e ancora oggi alle emozioni. Ai legami, alle «storie vere». Non ha avuto figli,nonostante il suo tratto accogliente di donna che l’avrebbe resa di certo una brava mamma. Ma lei lo sa che la maternità ha mille volti e mille strade per esprimersi. Non necessariamente quella di fare dei figli propri.
«C’è stato un tempo in cui non pensavo ai figli, poi quando li ho voluti non sono arrivati. Avrei desiderato profondamente adottare, ma in Italia non si può. E proprio non lo capisco. Perché un single o uno della mia età non può adottare? Forse che io oggi non sarei in grado di educare un figlio? Comunque la mia maternità l’ho sublimata in paternità e la esprimo attraverso i miei due nipoti, figli di mio fratello, che ora non c’è più. Sono grandi ora i miei nipoti, hanno 32 e 34 anni, hanno una bravissima mamma e io sono il loro "papà": l’ho promesso a mio fratello, sono due figlioli da accudire. Il destino non mi ha lasciato sola».
LA BELLEZZA
Destino, una parola fondamentale nella vita di Raffaella, super scaramantica (guai se vede qualcosa di viola). «Sì io credo nel destino. Quando ho sentito che Fabio Fazio ha detto: "Il fil rouge di questo Festival di Sanremo è la bellezza (citando pure il film di Paolo Sorrentino, "La grande bellezza") ho detto: Cavolo ma questo è il mio Festival!! Non perché io sia la rappresentazione della bellezza, ma perché i primi 10 minuti del film, sono accompagnati dalla mia canzone "Far l’amore" nella versione remix di Bob Sinclair. Insomma se ho "vinto" i Golden Globe a Hollywood con la "Grande bellezza", come faccio a non andare a questo Festival della bellezza?».
Un po’ il destino, un po’ la capacità persuasiva di Fabio Fazio, un po’ i Sessant’anni della Rai, fatto sta che Raffaella, martedì salirà sul palco del Teatro Ariston alla serata inaugurale. Un «palco anomalo» lo definisce lei. Per anni la Rai le ha chiesto di condurlo, lo ha chiesto pure a lei e Corrado insieme, ai tempi di «Canzonissima», ma lei «ignara» ha sempre detto no, ritenendolo «troppo facile».
Poi nel 2001 è toccato a lei salire e guidare la kermesse canora. E non è stata una passeggiata. Ancora adesso la ricorda con fatica. «Molte cose non funzionarono, un disastro. Per fortuna c’era la musica. Prima arrivò Elisa, seconda Giorgia. Sono saliti sul palco Eminem, Morgan. Insomma mi resta la bella musica di quel Festival. Davvero fantastica. Ho solo il rimpianto di non aver detto: "No, in un mese non si può preparare Sanremo. Ci vogliono almeno sei mesi". Con più tempo avrei potuto inventare un festival più al femminile».
Tra quattro giorni tornerà su quel palco. «Fazio mi aveva chiamato a Sanremo già l’anno scorso - racconta -. Ma non me la sentivo. Mi ha richiamato quest’anno. Mi ha detto: Perché non partecipi alla gara?. Gli ho detto: sei matto? Lì ci vanno i giovani. Poi quest’anno è venuto a casa mia a Roma, mi ha parlato dei 60 anni della televisione e allora ho detto ok.
Insomma, mi ha convinta Fazio perche è una creatura che ho visto nascere. È stato con me una settimana a "Pronto Raffaella" (1983). Era timido timido. Oggi è un ottimo conduttore, mi fido di lui. So già che Luciana Littizzetto mi prenderà certamente in giro, tra una jolanda e un walter ... Ma io la stimo, so che non esagererà. È molto brava. E poi c’è appunto Fabio che la calmerà».
Una cosa è certa: «Se oggi mi chiedessero di condurre Sanremo, direi no». Volitiva Raffaella: romagnola da parte di madre, emiliana di padre. «Una terra che mi ha dato il gusto del lavoro che ancora mi appassiona. Una terra accogliente. Una grande pianura, un mare piatto. Di giorno si lavora e di sera si va a divertirsi. Perché sempre femmina sono, mica sono santa giovanna. Nel rapporto con l’uomo sono femmina. Nel lavoro sono forte. Sempre la terra mi ha dato il coraggio di fare le mie scelte e pagarne le conseguenze. Ma sono anche leggera. Condividere mi piace. Con tutta questa tecnologia - iphone, ipad, ipod - non si comunica più, e non ci si parla più».