Massimo Laganà, Oggi 12/2/2014, 12 febbraio 2014
ZOEGGELER: VECCHIO A ME?
Sochi (Russia), febbraio
La leggenda vale un sigaro. E uno strappo alla regola. A uno stile di vita morigerato, certosino e quasi monacale. «Avevo promesso ai miei allenatori che ne avrei fumato uno, per festeggiare il podio», spiega con la sua invincibile timidezza Armin Zoeggeler, 40 anni compiuti il 4 gennaio scorso: terzo nello slittino singolo alle Olimpiadi di Sochi, dopo quattro manche e 68 curve mozzafiato nel tunnel bianco dello Sliding Center Sanki. Per un totale di quasi otto chilometri, che gli hanno spalancato l’ingresso nella storia.
Il portabandiera della spedizione azzurra in Russia è il primo atleta nella storia dei Giochi invernali a conquistare sei medaglie in sei edizioni consecutive. Con un palmares da brivido, manco a dirlo: due ori, un argento e tre bronzi olimpici; dieci Coppe del Mondo; sei ori mondiali.
È una lunga corrispondenza d’amore con la pista, la sua. Iniziata a Lillehammer, nel 1994. Conclusa, forse, a Sochi, vent’anni dopo. E sempre a 140 chilometri orari. «Potrei dire basta», sussurra a caldo con quell’italiano un po’ così, Armin: nato a Merano, ma cresciuto e residente a Foiana, frazione di Lana (Bolzano). Il condizionale è d’obbligo, con un simile fenomeno di longevità. Tra un anno appena, ci sono i Mondiali sulla pista di Sigulda, dove il campione altoatesino ha ottenuto 11 delle sue 57 vittorie in Coppa del Mondo. E l’oro iridato del 2003. E, senza andare tanto lontano, c’è ancora la gara a squadre. «Esatto, pensiamo a quella adesso. Poi farò un po’ di vacanza. E poi si vedrà…», tronca il discorso sul futuro il Carabiniere medagliato. «Ora devo chiamare mia moglie...
«Ho ripassato la pista tante volte, pensando dove non sbagliare», ripercorre la gara, ancora concentratissimo, Zoeggeler. Che si lascia scappare un sorriso soltanto quando gli ricordano del nuovo record, in precedenza detenuto dal tedesco Georg Hackl, sul podio in cinque Olimpiadi di fila. «Finalmente ce l’ho fatta», commenta con sobria euforia. «Dedico questo bronzo a tutti quelli che hanno creduto in me. Non è stato facile arrivare fin qui. Tra i 28 e i 32 anni siamo al top. Poi…». Poi la faccenda si complica. «Ho avuto problemi fisici, sono riuscito a superarli. Non avrei mai pensato di arrivare a gareggiare alla mia età», confessa con un certo candore.
VIVA LA DIETA MEDITERRANEA
Meno stupito appare il dottor Antonio Spataro, direttore sanitario dell’Istituto di Medicina dello Sport del Coni. «Noi italiani siamo all’avanguardia», spiega con legittimo orgoglio il responsabile della spedizione azzurra alle Olimpiadi russe. «Sono tre le direttrici che seguiamo, per garantire la longevità ai nostri sportivi: alimentazione, stile di vita e prevenzione. Il Dna ha un ruolo primario. Se Zoeggeler non fosse… Zoeggeler, se non avesse le straordinarie capacità che ha, noi medici non potremmo fare miracoli. Ma è vero anche che chiunque può allungare la sua vita sportiva o migliorare le prestazioni, se si attiene ad alcune regole basilari». Basti pensare a Pietro Mennea, che forse non era baciato dal talento purissimo, ma è diventato il più grande, grazie alla sua straordinaria e quasi feroce applicazione.
«Sull’alimentazione bisogna trovare un equilibrio tra carboidrati, proteine e grassi. Un equilibrio che varia da atleta ad atleta. Fondamentale è rispettare la sana tradizione della dieta mediterranea, alla quale purtroppo negli anni scorsi abbiamo abdicato, per importare pessime mode straniere. La pasta è un alimento di straordinaria importanza. Attenzione invece a fritti, insaccati e zuccheri. Moderazione con la carne. Altro elemento fondamentale è la regolarità. I pasti devono essere cinque al giorno, a orari precisi. Vale l’aurea regola delle nostre nonne, che ci facevano consumare la merenda a metà mattinata e nel pomeriggio. Un’eccessiva distanza tra un pasto e l’altro porta a un calo di zuccheri, con conseguente liberazione di insulina.
«La stessa metodicità è necessaria nello stile di vita. Le ore di sonno devono essere almeno sette. Bisogna avere abitudini precise sia sull’orario del risveglio, sia su quello della nanna. Idem per gli allenamenti. Al bando alcol e fumo. Zoeggeler è un maestro di regolarità. Aiutato anche dal fatto di vivere in un piccolo borgo». Star lontani da tentazioni metropolitane e divismi allunga la carriera? Forse a Mario Balotelli fischieranno le orecchie.
«La prevenzione serve a preservare un equilibrio muscolo-scheletrico. Consiste in trattamenti fisioterapici, osteopatici e posturologici. Trattamenti continui, soprattutto nel periodo degli allenamenti. In modo che la forma possa crescere, senza infortuni. Tutte queste regole servono ai campioni e allungano la loro carriera. Ma valgono anche per noi, comuni mortali. Ci aiuteranno a vivere meglio». E magari anche di più.
Massimo Laganà