L.MA., pagina99 14/2/2014, 14 febbraio 2014
IL CASO STAMINA DALL’INIZIO POLEMICHE E CONTESTAZIONI
La storia inizia una manciata di anni fa, in sordina. Per diventare un caso nazionale nel 2012-13. Un caso su cui pazienti, medici, associazioni di malati, e perfino giornalisti della tv se ne dicono di tutti i colori. Perché Vannoni promette una cura per una serie infinita di patologie neuro-degenerative e non solo. Come Sla, Parkinson, Alzheimer. Una cura che secondo gli scienziati, invece, non c’è. E mai ci sarà. Perché secondo esperti come Paolo Bianco dell’Università La Sapienza di Roma, che le studia da sempre, le mesenchimali – staminali del midollo osseo – non possono diventare neuroni. Nemmeno se maneggiate secondo le regole, dentro le strutture autorizzate dallo stato. Perché? Semplice: perché non c’è verso che l’osso possa trasformarsi in cervello.
Dopo molto peregrinare, nel 2012 Vannoni riesce ad entrare con il suo trattamento dentro gli Spedali Civili di Brescia, eccellenza della medicina italiana. E lì i medici gli danno retta. Il comitato etico dell’ospedale dà l’ok. I medici prescrivono e iniettano quel preparato a 12 pazienti con 12 malattie diverse. Nonostante non ci sia l’autorizzazione dell’ente regolatorio per l’approvazione dei farmaci, l’Aifa. E nonostante i medici non siano a conoscenza di cosa ci sia dentro, a quel trattamento. Intanto altri malati si appellano ai giudici, che quasi sempre concedono autorizzazioni affinché nuovi pazienti possano essere trattati da Stamina, sulla base di un principio di non discriminazione. Nel 2013, l’ex ministro Balduzzi tenta di arginare la situazione con un decreto che, se approvato, aprirebbe le porte del sistema sanitario al metodo Stamina, probabilmente sbancando la sanità italiana: 750 milioni di euro, per le 25.000 richieste di trattamento che Vannoni dice di aver ricevuto. Il decreto, in quella forma, non passa. Finisce che il nuovo ministro Beatrice Lorenzin ordina che il metodo venga valutato dagli esperti per stabilire se una sperimentazione si possa fare. La commissione valuta. E decide per il no. Ma poco dopo il Tar del Lazio sostiene che gli esperti della commissione non fossero da considerarsi imparziali rispetto al metodo. Si deve ricominciare tutto da capo. E mentre una nuova commissione deciderà se ci sarà o meno una sperimentazione clinica del metodo Stamina – pagata dallo stato – Vannoni, rinviato a giudizio dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello, sarà impegnato in tribunale a difendersi dall’accusa di tentata truffa.
L.MA.