Silvia Truzzi, Il Fatto Quotidiano 14/2/2014, 14 febbraio 2014
I CONTI AL FAZIO-FESTIVAL
Alla vigilia di Sanremo una certezza ce l’abbiamo: il Festival non perdona. L’anno scorso si dimise – fatto unico nella storia – il papa. Quest’anno non potevamo ambire a tanto: bisognerà accontentarsi di un premier. Mentre la politica è alle prese con il fai&disfa del governo, fervono i preparativi festivalieri: la notizia del giorno è l’arrivo all’Ariston di Luciano Ligabue. Mercoledì invece è arrivata la strigliata della Corte dei conti: Sanremo costa troppo. L’analisi della magistratura contabile – per nulla tenera – si riferisce al triennio 2010-2012 in cui a Sanremo il bello e il cattivo tempo lo faceva la premiata ditta Mazza-Mazzi (Mauro Mazza direttore di RaiUno e Gianmarco Mazzi direttore artistico). Tutte gestioni andate in rosso: 7,8 milioni nel 2010, 7,5 milioni nel 2011, 4,8 nel 2012. Cioè 20,1 milioni di perdite per 15 puntate complessive. Quest’anno però il direttore di RaiUno Giancarlo Leone ha messo le mani avanti, dichiarando nella conferenza stampa di lunedì da Sanremo che “i costi del Festival sono stati già coperti grazie a pubblicità e sponsor. A oggi il Festival è a costo zero, forse alla fine potremo dire che ha prodotto anche utili. Come l’anno scorso il costo totale è di 18 milioni”.
Una voce importante, nel bilancio di ogni edizione, è quella della Convenzione con il Comune che ospita la kermesse: il costo è sceso dai 9 milioni annui per il periodo 2009-2011 agli attuali 7 milioni, e dal 2015 al 2017 costerà 5 milioni. C’è la crisi per tutti, dunque sono scesi anche i compensi dei conduttori. Basta pensare che Paolo Bonolis, nel 2009, si portò a casa 1 milione di euro per le cinque serate, compenso dimezzato l’anno successivo per Antonella Clerici. Nel 2011 – il conduttore era Gianni Morandi, la direzione artistica di Mazzi – le spese erano aumentate del 2,8% rispetto al 2010: a pesare erano i costi per le “risorse artistico-autorali” (+743 mila euro, era l’anno di Belen-Canalis e Luca e Paolo) e “conduzione/direzione artistica” (+331 mila di euro); quell’anno però erano scese le spese alla voce ospiti (-590 mila euro). Nel 2012 si parlò di un cachet, mai smentito, da 900 mila euro per Morandi, 700 mila andarono ad Adriano Celentano – ospite per tre serate – e il compenso andò in beneficenza.
Quest’anno? Non ci sono cifre ufficiali: si è detto di 600 mila euro per Fazio e 350 mila per Luciana Littizzetto. Ma è un numero improprio, per Fazio, nel senso che una parte importante del suo cachet è compreso nel contratto con la Rai per Che tempo che fa e gli speciali. La copia staffetta di Panorama del 19 febbraio anticipa un servizio dedicato al Festival, “Sanremo per soli faziosi”, firmato da Antonella Piperno. È un’interessante mappa dell’universo che ruota attorno al conduttore ligure. Amici, autori, ospiti: una rete fitta e rodata, con un grado di separazione ben minore di sei gradi. A cominciare da Pietro Galeotti, Michele Serra e Francesco Piccolo, storici autori di Che tempo che fa, da cui arriva anche il regista del Festival, Duccio Forzano. Senza dire che la sigla della trasmissione domenicale è firmata da Raphael Gualazzi, uno dei big in gara. Piccolo poi ha firmato la (bella) sceneggiatura de Il capitale umano di Paolo Virzì che a Sanremo sarà il presidente della giuria di qualità.
ANCHE Massimo Martelli, nella commissione musicale di Sanremo, è una vecchia conoscenza di Fazio: nel 1996 hanno lavorato insieme a Pole pole, film girato in Africa per sostenere l’Amref e presentato fuori concorso a Venezia. Nel 1997, sempre con Martelli, Fazio ha interpretato la fiction Un giorno fortunato: è lo stesso anno di Anima mia, il programma musicale condotto con Claudio Baglioni, uno degli ospiti del Festival 2014. Così come il conterraneo Gino Paoli e Raffella Carrà, con cui Fazio ha debuttato a soli 19 anni (e una cascata di ricci) a Pronto Raffaella. Fazio, Littizzetto, Maurizio Crozza (ospite anche quest’anno) e Pif (autore di Anteprima Sanremo) hanno in comune una cosa: il potente agente, Beppe Caschetto.