Giorgio Meletti, Il Fatto Quotidiano 14/2/2014, 14 febbraio 2014
CIRINO POMICINO “SONO GIOVANOTTI SENZA GARBO”
Se gli avesse dato dell’Andreotti sarebbe stato offensivo per la memoria di un grande dirigente Dc, ma siccome gli ha dato dell’Andreotti minore l’insulto è tutto per Enrico Letta”. Paolo Cirino Pomicino, fedelissimo del Divo Giulio, non è contento dei due ultimi frutti della scuola
Dc. E quella rasoiata di Matteo Renzi contro il premier che sta cacciando (“Pensava di essere Andreatta, è solo un Andreotti minore”) la vede come il segno di un vizio imperdonabile: “Questi giovanotti non hanno garbo”.
Vedere che ci si dà dell’Andreotti per insultarsi non le
avrà fatto piacere.
Insisto, ha detto Andreotti minore. Il problema è un altro.
Però Renzi pensava al “tirare a campare”, il marchio della storia politica di Andreotti.
Ingiustamente. Era una delle sue battute tipiche, ‘meglio tirare a campare che tirare le cuoia’. Come ‘il potere logora chi non ce l’ha’. Ma il gusto tutto romano della battuta aveva poco a che fare con la realtà della sua politica.
Disdegnava di durare sulla poltrona?
L’ultimo governo Andreotti, di cui ho anch’io fatto parte, è durato tre anni, dal 1989 al 1992. Come fa a confrontarlo con quello di Letta, che è durato dieci mesi durante i quali ha perso per strada un pezzo di maggioranza, alcuni ministri e anche il capo dell’opposizione. Non c’è confronto possibile.
Neppure il duello rusticano per
la poltrona di Palazzo Chigi somiglia ai fasti della Prima Repubblica?
Non scherziamo. Il continuo richiamo a nomi come Andreatta o Andreotti significa che la classe dirigente della Prima Repubblica è rimasta come esempio e unità di misura. Questi sono giovani, e la giovinezza è impeto, lo capisco, però stanno esagerando, non hanno garbo.
Cos’è il garbo?
Nel caso di Letta capire che quando ti sparano tutti addosso dal tuo stesso partito devi dimetterti senza fare tante storie. Subito.
E Renzi?
È imperdonabile andare a discutere con il presidente Napolitano di crisi di governo senza prima parlarne con il premier del tuo stesso partito. Oppure accordarsi sulla riforma elettorale con Berlusconi prima che con il tuo partito, poi andare al Pd a dire prendere o lasciare. Cose da pazzi. Nella Dc non accadeva. Si discuteva, anche duramente, nella sede di partito e si prendeva una decisione. Senza dare spettacolo in questo modo.
Adesso che succede?
Mah... Spero solo che Renzi non riempia il governo di personaggi noti ma digiuni di politica. L’arte del governo va appresa negli anni, richiede studio, addestramento. Guardi che cosa hanno combinato i tecnici al governo dell’economia. Da Ciampi a Saccomanni, passando per Padoa-Schioppa e Monti. Persone eccellenti sotto ogni aspetto, ma la politica è un’altra cosa.
Andreotti inaugurò la stagione dei tecnici con Guido Carli al Tesoro.
C’ero. E ricordo che Carli pose come condizione di avere due politici doc al Bilancio e alle Finanze. Scelsero me e Rino Formica. E si tranquillizzò. Disse: ‘Il governo dei tecnici è suggestione o eversione’.
I grandi tecnici della scuola Bankitalia li trova deludenti?
Come ministri sì. Pensi a Saccomanni, il più scadente dei politici non avrebbe fatto quella confusione con le sigle cangianti delle nuove tasse sulla casa. Ma come si fa?
Ma adesso magari Renzi lascia fuori i banchieri e porta al governo salumieri di successo e scrittori celebri.
Non credo che un grande manager come Andrea Guerra lascerà Luxottica. E comunque chi me lo dice che è bravo come ministro? Dove ha imparato il mestiere?
Siamo nell’era del casting...
Già. Una volta diventavi noto facendo politica. Adesso prima diventi noto per qualsiasi altro motivo, poi, siccome sei noto, ti mettono a far politica. E non funziona.