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 2014  febbraio 13 Giovedì calendario

ORA LA «NANA» TOD’S DIVIDE IL MERCATO E DIVENTA UNA «PREDA»


Nana a chi? Gli esperti italiani si interrogano di fronte alla definizione assegnata a Tod’s da John Elkann. Evidentemente tutto è relativo. Tod’s,comunque, è tra i leader del lusso, capitalizza 3 miliardi, quando oltre la metà delle società quotate a Piazza Affari non arriva al miliardo, e fattura poco meno di un miliardo (Ferragamo capitalizza 3,9 e fattura 1,1 miliardi. Cucinelli molto meno). Certo, se si confronta la maison di Sant’Elpidio a Mare con colossi quali Lvmh o Kering il paragone è impari (capitalizzano rispettivamente 66,8 e 18,7 miliardi), ma si tratta pur sempre di agglomerati del lusso al cui interno operano decine di marchi diversi, non di eccellenze del made in Italy . «Mi ha stupito l’utilizzo della definizione “nana” per Tod’s da parte di Elkann.Tod’s è una società simbolo del made in Italy , realtà d’eccellenza emerse nel tempo nell’ambito di un sistema basato sui distretti industriali. E in quest’ambito non mi pare certo di entità modesta, anzi», sostiene Stefano Sardelli, direttore generale di Invest Banca.
Questo non significa che, necessariamente, per gli esperti il titolo sia attualmente un’occasione d’acquisto. Anzi. L’ultima trimestrale, piuttosto deludente, ha convinto molti broker a consigliare una certa prudenza sul gruppo: come Equita, che ha inserito la griffe marchigiana nel portafoglio «least preferred» (con un obiettivo a 97 euro) sulla base del fatturato inferiore al previsto. Le stime di consenso sono ritenute ancora ottimistiche e il livello dei prezzi non è proprio a sconto ( il titolo tratta a 23 volte gli utili attesi nel 2014, rispetto ad una media di settore di 20). Altri analisti puntano il dito sulla limitata diversificazione di prodotto rispetto al core business delle calzature e sulla internazionalizzazione ancora in corso (più del 40% del giro d’affari è generato in Europa). La prudenza sul titolo è consigliata anche da Barclays (underweight a 98 euro), Merrill Lynch (underperform) e SocGen (sell, a 91 euro).
Per altri analisti,tuttavia,la diversificazione e l’internazionalizzazione ancora modesta sono da ritenersi opportunità più che limiti. «Il potenziale di sviluppo è enorme sia a livello di prodotto che espansione internazionale. Non si dimentichi che Tod’s gode di una cassa cospicua, 140 milioni, con cui finanziare il suo sviluppo» sostiene Sardelli. Tutto è relativo, si diceva. E così la débâcle registrata dal titolo da inizio anno (Tod’s ha perso il 20% e più del 30% dai massimi di agosto) può essere interpretata come un’occasione di acquisto. «Pur essendo cauti nel breve termine, riteniamo che le ondate di vendite rappresentino un’ottima opportunità di acquisto di lungo termine in una delle eccellenze del made in Italy», sostiene Credit Suisse (outperform con un obiettivo a 125 euro).
Quanto al «nanismo», Della Valle potrebbe essere di fronte a una scelta: Tod’s è ormai una preda. «Le dimensioni accessibili, la struttura proprietaria (a Mr Tod’s fa capo il 56,7%del capitale e potrebbe ripetersi un «caso»Bulgari, ndr ), la mancanza di piani di successione e il 3,5% detenuto da Bernard Arnault, patron di Lvmh sin dall’Ipo ne fanno una preda attraente », conclude Credit Suisse. Per Lvmh certo, ma anche per gli altri giganti del lusso.