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 2014  febbraio 13 Giovedì calendario

CHE VERGOGNA LO SHOW DI VENDITTI CONTRO LE FOIBE


Trieste, Teatro Polit eama Rossetti, martedì sera. Antonello Venditti si esibisce in concerto. Tre ore e 56 minuti di vecchi e nuovi successi, accompagnati dal commento d’autore. Grandi applausi. Fino alle parole che hanno fatto sobbalzare Paolo Rovis, capogruppo in consiglio comunale del Nuovo centrodestra, e molti altri spettatori. È lo stesso Rovis a trascriverle in un post sulla sua pagina Facebook subito dopo lo show. Venditti, proprio a Trieste, proprio a 24 ore dal Giorno del ricordo, in cui si commemorano i martiri delle foibe e le vittime dell’esodo,avrebbe detto: «Lasciamo stare le foibe, che sarete stufi di sentire nominare». Gelo in sala. Poco dopo, per tenere desta l’attenzione, avrebbe aggiunto: «Sono cresciuto a Roma nel quartiere Trieste, quartiere fascista. C’è qualche fascista in sala? Speriamo di no».
Gelo in sala. Venditti ha toccato nel peggiore dei modi un nervo ancora scoperto. Le foibe infatti sono una tragedia dimenticata fin dall’epoca in cui avvennero i fatti. E l’argomento principale dei negazionisti è proprio che i massacri furono una limitata e comprensibile reazione alle precedenti malefatte dei fascisti. Per decenni sono state coperte le responsabilità del Pci, di una parte della Resistenza, della Jugoslavia di Tito. Nei libri di storia, fino a pochi anni fa, foibe ed esodo non si meritavano neanche un capitolo, al massimo poche righe. Le enciclopedie parlavano delle foibe in questi termini: «Grandi inghiottitoi, o pozzi, tipici della Venezia Giulia » .
Dall’omertà all’oblio. Il Giorno del ricordo fu istituito solo nel 2004. Da allora, è progressivamente scomparso dai radar. Possiamo trarre esempi a bizzeffe dalla cronaca di questi giorni. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, non ha trovato il tempo di presenziare alle commemorazioni ufficiali. Esponenti di Sinistra e libertà hanno organizzato conferenze negazioniste. Esponenti di Rifondazione comunista hanno scritto su Facebook che «nelle foibe c’è ancora posto ». Il «sasso» dedicato agli infoibati, a Marghera, è stato imbrattato con falce, martello e stella a cinque punte.
Lo spettacolo di Simone Cristicchi, Magazzino 18 , dedicato al ricordo, è stato interrotto da militanti dell’Anpi muniti di striscioni deliranti. La grande stampa non ha dedicato alla questione neppure un trafiletto nel Giorno del ricordo, limitandosi a qualche breve in cronaca. Un trattamento molto diverso rispetto a quello riservato giustamente ad altre tragedie come la Shoah. La Rai non ha certo spalancato i palinsesti a trasmissioni che inquadrassero il problema, con alcune lodevolissime eccezioni tra cui proprio la registrazione di Magazzino 18 (purtroppo in un orario ottimo soltanto per chi soffre d’insonnia).
Forse Venditti non è al corrente di tutto questo. O forse sì. Ed è difficile decidere cosa sia peggio. In entrambi i casi, farebbe meglio a non ridurre la Storia a spiacevole intermezzo fra una canzonetta e l’altra.
Alessandro Gnocchi