Stefano Mannucci, Il Tempo 13/2/2014, 13 febbraio 2014
«LE INIZIATIVE SUI DUE MARÒ? AL FESTIVAL NON SE NE PARLERÀ»
Direttore Leone, entriamo subito in medias res: il sindaco di Sanremo Zoccarato ha annunciato iniziative in favore dei marò: sabato 15 farà inaugurare alle mogli dei due militari la fontana con i fasci di luci gialle. La Rai resta neutrale o aderisce?
«Sanremo è il Festival della canzone italiana e si occuperà, alla bisogna, di questioni sociali. Il suo tema quest’anno è la bellezza. E la qualità della vita nel nostro Paese. Non entreremo nel merito delle vicende internazionali. Le iniziative politiche, lodevolissime, che il Comune deciderà di portare avanti, nulla hanno a che fare con una manifestazione di spettacolo televisivo».
Dunque esclude un logo coi nastrini gialli su un lato del video? O che Fazio dica qualcosa sull’argomento?
«Nulla di questo è previsto».
Parliamo di bilanci. Proprio in queste ore la Corte dei Conti ha bacchettato la Rai sui costi dei programmi. Citando le edizioni di Sanremo 2011 e 2012, le due condotte da Morandi, ha invocato tagli e risparmi rispetto ai 23 e 20 milioni spesi allora. Lei però ha già sottolineato che la macchina del Festival non supera adesso i 18 milioni totali.
«A parte che non spetta a me commentare, sono lieto di ricordare che già nel 2013 abbiamo registrato un forte contenimento del bilancio del Festival. Siamo andati in pareggio tra costi sostenuti e ricavi pubblicitari: 11 milioni ai quali vanno aggiunti i 7 della convenzione con il Comune. Quest’anno siamo già a costo zero, e questo ci lascia ben sperare che alla fine vi saranno addirittura dei ricavi. Per il 2015 spenderemo anche di meno, perché la nuova convenzione triennale prevede 5,5 milioni per edizione».
C’è chi, però, come il leghista Salvini, giudica scandalosi i compensi per Fazio. Un milione di euro l’anno o giù di lì.
«Chi vorrà aprioristicamente fare polemiche sui compensi lo farà sempre, malgrado abbiamo reso già questa macchina meno costosa e più efficiente. Ricordo che il Festival viene visto da uno spettatore su due, e che la serata finale prevede un pienone di 15-16 milioni di spettatori: è il programma più visto della storia della tv».
È un momento in cui la tv generalista è costretta a cedere il passo a chi offre pentole d’oro per i format. Mediaset ha perso i diritti per "Italia’s got talent" in favore di Sky.
«Il mercato delle imprese, non solo quelle televisive, vive sul gioco dell’offerta, e dunque non mi scandalizzo. Trovo però interessante il fenomeno per cui la tv generalista è fucina di idee per quella specializzata, mentre mi aspetterei il contrario. Anche noi anni fa registrammo il passaggio di "X Factor" a Sky, che poi fece esperimenti anche con Fiorello, nome forte di Raiuno. La tv a pagamento ha cominciato con il calcio, poi con il cinema, ora è passata all’intrattenimento. Un apparente paradosso, ma anche il segno di vitalità della tv generalista».
A proposito di Fiorello...
«Lui a Sanremo è un invitato a parte, e uno dei pochi artisti che, da meticoloso specialista qual è, può decidere quando e cosa fare. Lo vorremmo sempre, saremmo felici se ci facesse una sorpresa, ma quest’anno non ci sarà».
Lei però non esclude altri superospiti.
«Non abbiamo annunciato tutto, vedremo quando avremo conferme nei prossimi giorni. Sono in ballo novità molto importanti».
Internazionali? Divi?
«Di certo sono nomi coerenti con il progetto. E che piacciono al grande pubblico».
A proposito di compensi, possibile che Cat Stevens sia costato 400mila euro?
«Non entriamo mai nel dettaglio delle spese per gli ospiti di Sanremo. Non faremo eccezioni neppure stavolta. Il dato importante è che la politica dei compensi di un tempo, quando la Rai se li poteva permettere, non c’è più».
Volevate sparare più in là il botto di Crozza, ma il nome è uscito. Ci sarà.
«Non è stato confermato, ma non abbiamo smentito le indiscrezioni. Posso solo auspicare che venga. Non è un segreto che lo avrei voluto in pianta stabile nel team».
Nonostante la magra figura dello scorso anno?
«Non considero il dissenso isolato di due persone in sala come una valutazione negativa della sua performance. La platea ha reagito in massa contro i contestatori. Succede, al Festival. Ma non ci si deve preoccupare che la satira intelligente crei fastidio. Altrimenti saremmo nei guai».
Crozza, Pif, Fazio. Lo si dipinge già come il primo Sanremo renziano.
«La Leopolda sul mare? Mi fa sorridere molto. Etichettare il Festival come di parte, di sinistra, l’anno scorso bersaniano, quest’anno già renziano, è un modo fuori dal mondo di raccontare questa kermesse. Bollare gli artisti come se fossero una rete che addirittura anticipa il futuro del Paese è ridicolo. Noi scegliamo il lavoro di artisti coerenti con un progetto musicale-televisivo, la politica ne resta fuori. Nei fatti e nelle intenzioni».
Fazio però chiude i suoi giochi quest’anno. E il prossimo?
«Non è mai bello a questo punto parlare della prossima edizione, ma posso dire con certezza, e l’ho già detto a Fazio, che alla fine di questo Festival ripartirò da lui. Mi attendo un’indicazione, se vorrà andare avanti per il terzo anno oppure no: lui lo sa. La prima cosa che farò sara partire dalla sua volontà e dal suo entusiasmo, dall’energia di Fazio di puntare su una terza edizione. Se lui dovesse essere d’accordo, proseguiremo. In caso contrario, allora di sicuro ripartiremo guardando all’interno della squadra Rai».
Bonolis è dato in marcia di avvicinamento.
«Bonolis non è della Rai. Questa ipotesi non esiste».
E se dovesse svincolarsi da Mediaset?
«Paolo è un grande professionista, ma non è tra le nostre opzioni. O Fazio, o uomini Rai. Tertium non datur».
Quindi ad esempio Carlo Conti, che al conclave di Sanremo è entrato spesso papa uscendone sempre cardinale.
«Facciamo questo Festival e vediamo cosa decide Fazio. E a freddo: ci prenderemo un mese di tempo e poi si vedrà».
Lunedì, a chi gli chiedeva del mancato invito di Giorgia con Alicia Keys, Fazio ha risposto in modo insolitamente sgarbato. Ha detto che la cantante romana, invece di scriverne su twitter, avrebbe potuto parlargliene al telefono. Ma noi sappiamo che contatti concreti ve ne erano stati, tra il management di Giorgia e la direzione artistica. Perché questa gaffe? È riparabile? Sarebbe un duetto coi fiocchi.
«Fazio è stato chiaro nel presentare il progetto del Festival. E le scelte musicali le ho delegate a lui e a Pagani. Aldilà degli elementi e delle motivazioni che non hanno portato quest’anno Giorgia a Sanremo, essendo io un suo grandissimo fan la invito sin da questo momento per il 2015».
Baudo non invitato nel 60mo della Rai non rischia di essere un convitato di pietra?
«Anzi, lo abbiamo festeggiato come doveva, in anticipo sull’anniversario, lo scorso anno. Con Pippo non siamo arrivati tardi, lui ha aperto le celebrazioni. È stato il primo. Quest’anno toccherà ad Arbore. Come è giusto che sia».