Massimo Tosti, Milano Finanza 13/2/2014, 13 febbraio 2014
IL CANADA DÀ UNA MANO ALLA FIAT
Il governo canadese potrebbe presto dare una mano a Fiat Chrysler. Jim Flaherty, ministro delle finanze di Ottawa, ha spiegato che nel budget 2014 l’esecutivo ha deciso di aumentare di 500 milioni di dollari canadesi (453 milioni di dollari Usa) i fondi per le case automobilistiche che vorranno investire nei prossimi due anni nel paese nordamericano.
La decisione aumenterà di molto l’attuale fondo Automotive Innovation che dal 2008 ha sinora investito 316 milioni di dollari canadesi in sei progetti. Il piano, secondo numerosi osservatori, sarà di grande aiuto per Chrysler che, stando ai rumor, avrebbe in animo di investire circa 2,3 miliardi di dollari canadesi per riammodernare lo stabilimento di Windsor in Ontario per il quale il gruppo guidato da Sergio Marchionne avrebbe chiesto già degli incentivi. «Il governo federale e quello dell’Ontario stanno negoziando con Chrysler e la decisione di ieri è il segnale che le autorità stanno per dire di sì», ha spiegato all’agenzia Bloomberg Jayson Myers, numero uno dell’Associazione degli industriali ed esportatori canadesi. Secondo il quotidiano National Post, infatti, Fiat Chrysler avrebbe chiesto incentivi per il 20% almeno della cifra da investire, ovvero circa 460 milioni di dollari canadesi.
Importo che quindi assorbirebbe interamente il nuovo pacchetto deciso da Ottawa, anche se secondo alcuni rumor Chrysler chiederebbe 700 milioni di dollari. In questo quadro non è escluso che qualcosa possa trapelare già in giornata visto che Sergio Marchionne oggi parlerà nell’ambito del Canadian International Auto Show. Bisogna ricordare che l’iniziativa del governo di Ottawa si spiega con la forte riduzione del numero di vetture fabbricate in Canada negli ultimi anni, tanto che nel 2015 gli osservatori prevedono il sorpasso del Messico nel ruolo di Paese nordamericano maggior esportatore di automobili negli Usa. Ciononostante il settore auto continua a pesare per circa il 10% del pil manifatturiero canadese oltre a impiegare più di 115 mila operai. Il Canada d’altronde detiene ancora una quota del 6,9% in General Motors a differenza dell’Amministrazione Usa, completamente uscita dal gruppo di Detroit.
Ieri intanto in borsa il titolo del Lingotto non ha risentito del taglio del rating annunciato martedì dall’agenzia Moody’s, che ha abbassato il giudizio sulla società italo-americana da Ba3 a B1. L’azione del Lingotto ha infatti toccato quota 7,31 euro salendo dello 0,97%, grazie anche all’ottima giornata (+1,3%) della borsa milanese.