Angelo Mincuzzi, Il Sole 24 Ore 13/2/2014, 13 febbraio 2014
IN ARRIVO NUOVA LISTA FALCIANI
La nuova lista Falciani con i nomi di migliaia di presunti evasori fiscali rimasti finora nell’ombra sta per arrivare in Italia. Lunedì scorso, dopo le rivelazioni del Sole 24 Ore, i pm della procura di Torino che seguono l’inchiesta avviata all’inizio del 2010 sono volati a Madrid per incontrare i magistrati spagnoli.
Magistrati che custodiscono il nuovo materiale proveniente dagli archivi informatici della Hsbc Private Bank.
I file contengono le informazioni relative a oltre 121mila conti aperti da clienti di varie nazionalità nelle filiali di Montecarlo, Lussemburgo, Zurigo, Lugano, Ginevra e delle Isole del Canale (Jersey e Guernsey) del colosso bancario britannico e potrebbero fornire numerosi spunti di indagine ai pm piemontesi. I file sono riapparsi alcuni mesi fa a Madrid grazie alla collaborazione dell’ex dipendente della Hsbc, Hervé Falciani.
L’incontro di lunedì scorso costituisce il primo passo di un iter che si concluderà con l’arrivo in Italia di tutte le informazioni in possesso della procura anticorruzione di Madrid. I pm torinesi, però, non si sono mossi soltanto sul fronte madrileno. Nei giorni scorsi hanno preso contatto anche con il giudice del pool finanzario di Parigi, Renaud Van Ruymbeke, che ha avviato un’inchiesta formale sulla Hsbc Private Bank. Van Ruymbeke opera in stretto coordinamento con i magistrati di Madrid e con quelli del Belgio, dove è in corso un’analoga indagine partita dalla vecchia lista Falciani. I pm torinesi si stanno dunque inserendo in questo coordinamento europeo, che vede al momento procure di quattro Paesi diversi procedere insieme e in futuro l’inchiesta internazionale potrebbe essere coordinata da Eurojust, l’unità di cooperazione giudiziaria permanente dell’Unione europea. Nel mirino potrebbe esserci la sede centrale di Ginevra della Hsbc Private Bank.
In Italia arriveranno, dunque, oltre 121mila conti aperti in 8 filiali della Hsbc Private Bank e in 20 società controllate dal colosso bancario britannico: un materiale complesso e articolato, sul quale sta lavorando a Madrid e a Parigi lo stesso Falciani, l’ingegnere informatico nel cui computer i magistrati francesi sequestrarono nel 2009 i sistemi informatici della Hsbc Private Bank con tutto il loro contenuto riservato. Dentro questo grande calderone custodito a Madrid ci sono anche i nomi dei presunti evasori fiscali italiani, probabilmente alcune migliaia. La maggior parte dei conti rimasti finora nell’ombra sono stati accesi presso la Hsbc Private Bank di Ginevra, ma i file più interessanti potrebbero essere gli oltre 15mila della sede di Montecarlo e i circa 13.500 della filiale del Granducato del Lussemburgo.
Accanto ai nomi dei presunti evasori fiscali italiani ci sono anche le identità dei cosiddetti intermediari. Si tratta di figure molto importanti nella struttura della Hsbc Private Bank e di tutte le banche private in generale. Gli intermediari sono coloro che presentano il cliente alla banca e che in virtù del loro ruolo ricevono delle percentuali di guadagno sugli utili generati all’istituto dal loro cliente. Il Sole 24 Ore ha potuto accertare l’esistenza di decine di nomi di intermediari italiani nei file custoditi a Madrid. I contratti firmati con la Hsbc Private Bank ricononoscevano agli intermediari percentuali fino al 25-30% dei benefici ottenuti dalla banca attraverso la gestione dei soldi dei clienti italiani. I contratti regolamentavano anche la percentuale da retrocedere all’intermediario in relazione ai singoli strumenti finanziari acquistati dal cliente presentato alla banca (titoli di Stato, obbligazioni, swap e così via): percentuali variabili dallo 0,10 all’1%.
Insieme a questa enorme quantità di informazioni, i pm di Torino potrebbero finalmente mettere le mani anche sugli altri file che avevano chiesto nel 2010 e che non erano riusciti a ottenere dalla giustizia francese. Quattro anni fa, infatti, i magistrati piemontesi avevano inviato una rogatoria internazionale a Parigi chiedendo tutto il materiale sequestrato dalla procura di Nizza nel computer di Falciani. Ad aprile dell’anno scorso, nella sua testimonianza davanti ai giudici della Audiencia Nacional di Madrid che dovevano decidere se estradare Falciani in Svizzera (richiesta poi respinta), l’ex procuratore di Nizza, Eric de Montgolfier, aveva raccontato di aver offerto nel 2010 ai magistrati piemontesi tutto il materiale sequestrato ma che i pm avevano rifiutato l’offerta, riportando a Torino soltanto i file dei correntisti italiani. Secondo quanto Il Sole 24 Ore ha potuto accertare, però, i fatti non sono andati così. La rogatoria internazionale spedita a Parigi dai pm di Torino chiedeva espressamente la trasmissione di tutto il materiale sequestrato a Falciani, dunque non soltanto quello riguardante i presunti evasori fiscali italiani. E allora, o de Montgolfier ricordava male oppure qualcosa aveva spinto i francesi, nel 2010, a negare ai pm di Torino l’accesso a tutti i dati. La conseguenza è stata che migliaia di italiani sono sfuggiti alle indagini della magistratura e del fisco, perché nascosti dietro prestanome brasiliani e argentini. Il numero degli italiani rimasti nell’ombra sarebbe altissimo, circa 10mila. Ma adesso anche questi nomi potrebbero essere svelati.