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 2014  febbraio 13 Giovedì calendario

SE «LINEA GIALLA» DIVENTA UN TALK SHOW


Cos’è successo a «Linea Gialla» (La7, martedì, 21.20)? Il programma condotto da Salvo Sottile era partito come approfondimento sulla cronaca nera, un tentativo di far luce sui più clamorosi delitti irrisolti. La formula ricordava molto vicino la «creatura» di Sottile su Rete4, «Quarto Grado» (nel frattempo passato alla conduzione di Gian Luigi Nuzzi). Poi sono arrivati i primi aggiustamenti, indispensabili per evitare il rischio «doppione», ma soprattutto per allineare maggiormente il programma all’identità di rete di La7. I delitti raccontati in versione «saga pop», con l’accompagnamento della consueta compagnia di giro di opinionisti ed esperti, funzionano sulla tv generalista, ma non convincono del tutto il pubblico tradizionale di La7, tendenza Mentana. Così alla cronaca nera si è aggiunto via via qualche servizio d’inchiesta sulle magagne nazionali, con l’idea che il vero delitto è la crisi economica che serpeggia nel Paese.
Ora le proporzioni si sono del tutto ribaltate, e «Linea Gialla» è diventato un talk di approfondimento sulla cronaca italiana, con opinionisti in studio e piccole inchieste sul campo di denuncia delle molte cose che non funzionano nel nostro Paese: l’imprenditore vessato da Equitalia e costretto a chiudere l’azienda, una famiglia forzata a vivere in macchina per gli effetti della crisi, i malfunzionamenti della sanità, i drammi dei pendolari ferroviari contrapposti agli sperperi delle moltissime auto blu, e via così. Bisogna dire che Sottile non se la cava male, sa dominare la scena; il problema è quello solito dei talk show di approfondimento: per mettere insieme una discussione di livello, che aiuti a far capire le cose e a sviluppare gli argomenti in modo interessante, devi sempre avere ospiti di livello. Altrimenti diventa tutto inutile.