Fabrizio Roncone, IoDonna 1/2/2014, 1 febbraio 2014
L’ULTIMO COMUNISTA
[Marco Rizzo]
Marco Rizzo, lei ha rifondato il Partito comunista: è così?
È esattamente così. Vede, io sono caparbio e riconoscente con la Storia. Sono nato poverissimo, mio padre lavorava alla Fiat Mirafiori, un vita dignitosa ma piena di fatica, ho studiato facendo cento mestieri diversi.Poi a 34 anni arrivo a Roma da deputato, resto a Montecitorio per tre legislature, quindi vado all’Europarlamento. A questo punto, avrei potuto decidere di starmene comodo e tranquillo, no? E invece ho pensato che il mio posto è ancora lì, a sinistra, da comunista, tra i comunisti.
Comunque ci vuole un bel coraggio, niente da dire.
Abbiamo aderito all’Internazionale, che comprende altri trenta partiti comunisti europei, facendo un ragionamento. Primo: Rifondazione è sparita, Sel sta come sta, e quindi, a sinistra, resta aperto uno spazio politico largo. Secondo: tra un po’ a Montecitorio rimarranno solo due, tre partiti molto grandi e tutti gli altri fuori, senza finanziamenti. Così mi sono detto: bene, noi allora torniamo a fare i comunisti come una volta. Il congresso, per dire, con 230 delegati, che un tempo sarebbe costato 200 mila euro, a noi ne è costati 8 mila: pranzo con i pentoloni e i compagni a dormire a casa di altri compagni, risparmiando sugli alberghi.
Programma politico?
Uscita dell’Italia dall’Euro e dalla Ue, non restituzione del debito, la Fiat affidata ai lavoratori, gestita dai lavoratori… E non mi guardi con quella faccia… siamo comunisti marxisti, noi!