Stefano Montefiori, IoDonna 8/2/2014, 8 febbraio 2014
AMO GLI ITALIANI PERCHÉ S’INFIAMMANO PROPRIO COME ME
[Laetitia Casta]
L’altra volta, a Sanremo, ho ballato La vie en rose con Dulbecco e cantato Il ragazzo della via Gluck. Stonando, è vero. Ma soprattutto mi ricordo che all’epoca avevo un accento tremendo. Ritorno all’Ariston con un italiano molto migliorato, più fluente» dice sorridendo Laetitia Casta.
Durante questi 15 anni è stata la compagna di Stefano Accorsi, ha avuto con lui due figli, e dopo la fine di quel rapporto (Accorsi ora sta con la modella 22enne Bianca Vitali) ha cominciato una nuova relazione con Lorenzo Distante, 35enne di Mesagne (Brindisi) conosciuto l’estate scorsa sul set di Una donna per amica di Giovanni Veronesi. Davanti a un tè, al bar dell’Hôtel Lutetia, una Laetitia Casta ovviamente struccata, e ovviamente bellissima, si racconta.
Dagli amori al lavoro, perché questa passione per l’Italia?
Mi viene dalla mia bisnonna pistoiese Zelinda, che da bambina adoravo perché era calda, generosa. Ho sempre sentito di avere un po’ di sangue italiano, gli italiani sono capaci di infiammarsi, di esplodere, e questa cosa io ce l’ho.
Come mai torna a Sanremo?
Sono sempre rimasta in contatto con Fabio Fazio, siamo amici e sono contenta di stare di nuovo sul palco con lui, anche se è invecchiato (ride).
Ha paura di Luciana Littizzetto, che di solito se la prende con le belle donne?
No, credo che sarà gentile. Sa che della bellezza a me non importa nulla.
Non sia troppo severa con la bellezza…
Ma è solo il punto di partenza, di belle ragazze ce ne sono all’infinito. La differenza la fa il non avere l’espressione da pesce tropicale. Me lo ripeteva la mia maestra, la grande fotografa Dominique Isserman, che quando sono entrata nel mondo della moda a 15 anni si è preoccupata di darmi un’educazione. Come Yves Saint Laurent, l’altro incontro decisivo della mia carriera e della mia vita. Mi facevano leggere, mi parlavano. La gente pensa che fare la modella significhi stare lì ferma a farsi fotografare. Non è così.
E cioè?
Devi interpretare una parte, raccontare una storia. La fotografia è una cosa piatta, senza profondità, sei tu che assieme al fotografo devi dare una dimensione in più, e non hai le parole a disposizione come al cinema. Il cinema è più facile.
Le piace farsi riprendere?
Macchina fotografica e cinepresa sono state il mio ciuccio, il mio biberon, sono diventata grande con loro. So tutto degli aspetti tecnici. È il mio lato rigoroso. Il lavoro per me è un gioco fatto molto seriamente.
Ha girato un video sensuale con Rihanna, ha interpretato in tuta di latex l’amante - assassina di un banchiere e la moglie di un uomo coinvolto in una storia gay. Le piacciono i ruoli estremi?
Nei film mi piace spesso fare cose stravaganti che non mi appartengono nella vita. La storia di Giovanni Veronesi è meno al limite. Parla dell’amicizia impossibile tra un uomo e una donna.
Perché impossibile?
Perché resta sempre una dose di malinteso. Un conto è se prima c’è stata una relazione sentimentale e poi si diventa amici. Ma altrimenti… In Una donna per amica c’è Francesco (Fabio De Luigi, ndr) che si innamora perdutamente della sua amica Claudia, che sono io, ma lei non se ne vuole accorgere. Questa incapacità di amare mi pare molto moderna. Una malattia di oggi.
La affascina la paura di amare?
È un tema interessante. Io penso che valga la pena correre il rischio. Molte persone invece sono bloccate dalla paura di pagare un prezzo troppo alto.
Ha seguito in Francia l’apertura del matrimonio agli omosessuali? E le manifestazioni di protesta?
Manifestare è lo sport nazionale dei francesi… Sono favorevole al mariage pour tous. Nel mio ambiente ho conosciuto molti omosessuali e sin da ragazzina ho capito che la sessualità delle persone è affare loro. L’omofobia è orribile, una violenza come il razzismo. Hollande ha fatto una buona cosa. In altri campi meno, per esempio la legge sul cinema penalizza i film indipendenti. Ma non ci sono presidenti perfetti.
Che ha pensato quando ha saputo della relazione di Hollande con Julie Gayet?
La foto di Hollande con il casco lo ha reso un presidente umano. Ma i francesi talvolta vogliono un presidente monarca, che dia l’impressione di avere il controllo su tutto. Chissà se è stato qualche politico avversario di Hollande a far uscire fuori la notizia… Niente rispetto a Silvio Berlusconi o Dominique Strauss-Kahn. In ogni caso, questa storia dimostra che qualsiasi uomo può commettere qualsiasi debolezza per una donna.
Sente di usarlo questo potere?
Non so. In generale, le donne sono il punto debole degli uomini perché sono misteriose, da loro nasce il mondo.
Lei è felice in questo momento?
Sto benissimo, grazie (ride).
Che cosa sogna per la sua vita?
Non faccio mai troppi programmi, nella vita e nel lavoro non controllo niente. Sono ambiziosa, ma non arrivista: cerco di dare sempre il meglio di me, ma non pianifico, prendo il treno quando passa. Quel che penso dell’amore, e della vita, lo dice un bambino italiano su YouTube. Per me è una specie di manifesto: chi vuol sapere qualcosa di me, guardi quel video.
Il video raccomandato da Laetitia è tratto da un film documentario del 1984, D’amore si vive di Silvano Agosti. «Tre miliardi io li spendo per fare una bella vita. E non per far la guerra» diceva trent’anni fa Francesco, 9 anni, di Parma. «Comprerei una casa. In campagna. Con una piscina, vengo a casa da lavorare con la mia ragazza, andiamo in piscina e stiamo lì, fino alle sette. Poi veniamo in casa, facciamo la doccia assieme, ci laviamo assieme, cioè io la lavo a lei, lei mi lava a me. Dopo mangiamo, guardiamo la tele e andiamo a letto. E a letto facciamo l’amore».