Monica Colombo, Corriere della Sera 12/2/2014, 12 febbraio 2014
«MILAN STO TORNANDO. E SONO CRESCIUTO»
«Non sono sparito. Si sono spenti i riflettori attorno a me ma sono solo infortunato. Aspettatemi, ho una grande voglia di tornare a essere protagonista». Stephan El Shaarawy, il grande assente del campionato, si presenta a Milanello (dove ieri è stato presentato il nuovo accordo di partnership fra il club rossonero e Fujitsu) con un tutore che lo fa sembrare una sorta di Jeeg robot d’acciaio. È stato operato il 28 dicembre a Porto dal professor Niek Van Dijk (che oggi lo visiterà per un consulto decisivo) al piede sinistro per stabilizzare il quarto osso metatarsale dopo la precedente frattura da stress (rimediata il 30 settembre alla vigilia della gara di Amsterdam con l’Ajax). Un solo gol all’attivo in questa disgraziata stagione (nell’andata dei preliminari con il Psv), funestata anche da una lesione al bicipite femorale destro. Morale: finora ha collezionato la miseria di 345 minuti, spalmati in sette presenze fra campionato e Coppa. Un bottino misero, se messo in relazione all’anno scorso con i suoi 16 gol in serie A .
Come sono stati questi mesi lontano dai campi?
«Molto difficili, sono fuori da tanto tempo. Ma se il controllo di oggi andrà bene potrò iniziare la riabilitazione. Lo step successivo è il lavoro sul campo. Per tornare disponibile ci vorranno 4-6 settimane».
Quando si è infortunato, in panchina sedeva Allegri, ora trova un altro allenatore. Come ha vissuto questo cambio da lontano?
«Sono molto contento che Seedorf sia l’allenatore del Milan. Con lui avevo un ottimo rapporto quando eravamo compagni di squadra. Ha qualità umane importanti, sono felice di essere venuto qui il giorno del suo arrivo a Milanello. Detto questo, sono riconoscente ad Allegri che mi ha lanciato nel grande calcio».
Si immaginava una stagione così complicata per il suo Milan?
«L’anno scorso a gennaio eravamo riusciti a dare una svolta. In questo momento i risultati continuano a mancare, Seedorf però ha la possibilità di fare un gran lavoro: ha esperienza sul campo, sa di calcio, potrà fare grandi cose».
Questo modulo sembra fatto apposta per esaltare le sue caratteristiche.
«Diciamo che mi può avvantaggiare, mi piace partire da sinistra».
Rabbia o frustrazione: quale sentimento ha prevalso in questi mesi?
«Ho provato un po’ di tutto, ma mi sento cresciuto a livello umano e caratteriale. Mi voglio riprendere con gli interessi quello che mi sono perso».
Alla nazionale ci pensa?
«Non lo nascondo. Prima dell’infortunio facevo parte del gruppo. Prandelli in queste settimane non l’ho sentito ma so che se tornerò a fare bene qui avrò la possibilità di tornare in nazionale. Mi auguro che il Milan ridiventi una delle squadre più forti: sono pronto a dare il mio contributo. So che posso offrire qualcosa in più».
Ha mai pensato negli ultimi mesi di essersi allontanato dal Milan, dopo che il club nell’estate scorsa aveva valutato l’ipotesi di cederla?
«Non mi sono mai sentito escluso dal progetto. Era arrivata una mega-offerta di una squadra russa ma ho preferito restare al Milan. Era il mio desiderio prima e lo è ancora perché io voglio tornare a essere grande qui».
Al suo rientro troverà un battaglione di trequartisti: spaventato?
«No, è normale in una grande squadra. Poi le scelte le farà l’allenatore. Non mi preoccupo: con l’allenatore ho appena parlato. Mi ha ripetuto di stare tranquillo, di guarire con calma così da poter tornare a fare ciò di cui sono capace».
Il compagno che le è stato più vicino in questo periodo?
«Con Mario (Balotelli ndr) dialogo spesso, con lui ho un bel rapporto. Anche durante i momenti più travagliati della Confederations Cup mi ha dato consigli».
Lei ha solo 21 anni: troppa pressione mediatica l’ha mandata in tilt?
«Mi hanno dato fastidio i gossip falsi e inventati che sono circolati nei mesi scorsi. Non mi è piaciuto quando sono stati tirati in ballo i miei familiari (che non vedevano di buon occhio l’unione di Stephan con Ester, ndr )».
Ora è tornato single?
«Sono fatti miei».