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 2014  febbraio 12 Mercoledì calendario

PIANO CARCERI C’È CHI LITIGA E CHI CI GUADAGNA


Un giro d’affari di 470 milioni di euro quello che ruota intorno al piano carceri. Un torta gustosa a cui guardano tanti imprenditori italiani, aggiudicatari di una serie di appalti che riguardano ampliamenti di carceri e costruzioni di nuovi padiglioni. Adesso su quelle gare potrebbe indagare la Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo – al momento senza reati né iscrizioni – di cui sono titolari i pm Paolo Ielo e Mario Palazzi. L’indagine nasce da una relazione interna redatta, il 21 novembre scorso, dall’ex direttore generale Beni e servizi del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Alfonso Sabella, oggi vice capo dell’organizzazione giudiziaria al ministero di via Arenula.
Il documento era indirizzato a capo e vice capo del Dap, all’indomani dell’audizione in commissione Giustizia alla Camera del commissario straordinario per il Piano carceri, Angelo Sinesio. Questi, commissario straordinario per il Piano, è un prefetto fedelissimo al ministro Cancellieri, già a capo della sua segreteria tecnica al Viminale. Ieri Repubblica ha pubblicato la relazione di Alfonso Sabella che parla di una serie di appalti sospetti e consulenze d’oro. Il rapporto è centrato sul carcere di Arghillà, a Reggio Calabria, oggi fiore all’occhiello dell’amministrazione penitenziaria. Secondo Sabella, Sinesio rivendica come suoi lavori avviati prima del suo arrivo: oltre ad Arghillà, Modena, Cagliari e Sassari. Ma al di là della lotta interna, adesso sarà la magistratura a fare chiarezza. Il Fatto ha passato in rassegna tutti gli appalti degli ultimi anni, scoprendo anche alcune aziende, non tutte, finite nel mirino delle procure.

ARGHILLÀ
Il prefetto rivendica di aver ultimato i lavori in 90 giorni e con 10,7 milioni di euro, facendo quello che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti avrebbe fatto in 730 giorni e con 21,5 milioni di euro. L’accusa mossa da Sabella è quella di aver fatto una gara coinvolgendo dieci ditte, solo tre delle quali nella “white list” del Dap – in pratica un affidamento diretto – e di aver frazionato in due l’appalto. Il commissario ha in realtà diviso i lavori in opere interne ed esterne. A gestire l’appalto da 4 milioni di euro è stata la Appaltitalia srl, di proprietà di Giampaolo Patti, una società di Noto (Siracusa) molto attiva nell’ambito delle infrastrutture pubbliche.
Appaltitalia si è aggiudicata anche i nuovi padiglioni penitenziari di Siracusa, della quinta sezione dell’Ucciardone a Palermo e del reparto lavorazioni della casa circondariale di Favignana.

MILANO OPERA
Uno degli appalti assegnati ad aprile 2013 è quello per la casa circondariale di Milano. Ad ampliare di un padiglione l’istituto per circa 400 posti, la Cgf Costruzioni Spa, società finita nel mirino della Guardia di finanza, nell’ambito di un filone dell’inchiesta sui “Grandi eventi”. Secondo gli inquirenti, l’amministratore di fatto della società, negli anni in cui si svolgeva l’inchiesta, era l’imprenditore fiorentino Valerio Carducci, nella cui abitazione – durante una perquisizione – sono stati trovati e sequestrati 39 tra quadri e sculture di Chagall, Warhol e Schifano. Lo stesso Carducci era già stato indagato ma prosciolto, nell’i n- chiesta “Why Not” dell’allora pm di Catanzaro Luigi De Magistris.

SULMONA
Duecento posti in più sono stati appaltati alla Cifolelli Edilizia srl, che in passato ha realizzato lavori di puntellamento all’Aquila per 750 mila euro.

DAL VENETO AL LAZIO
Ad aggiudicarsi invece l’appalto per l’ampliamento del carcere di Vicenza è stata la Enrico Pasqualucci srl, ben nota a Roma, anche per aver finanziato il progetto di restauro dei Mercati di Traiano. Alla schiera degli imprenditori romani appartengono anche i Navarra di Italiana Costruzioni Spa. Questa società si è aggiudicata l’appalto di circa 13 milioni e mezzo di euro per il nuovo padiglione di Rebibbia per 400 posti. Ma è anche un’impresa accreditata Oltretevere tanto da aggiudicarsi negli anni scorsi dalla città del Vaticano la riqualificazione di piazza San Pietro. Una commessa di 20 milioni che prevede il restauro del colonnato del Bernini da ultimare entro il 2015. Come pure altri lavori importanti come la manutenzione del Campus Biomedico, il restauro di palazzo Ducale a Genova nel 2001 per ospitare il vertice del G8, la ristrutturazione della sede di Propaganda Fide in piazza di Spagna (valore 15 milioni). Solo più di recente la Italiana Costruzione Spa, in Ati con Consorzio Veneto, si è aggiudica l’appalto per la realizzazione di Palazzo Italia, sede del Padiglione italiano all’Expo 2015.

BOLOGNA
Per ampliare di altri 200 posti il carcere, vince con una proposta al ribasso (6 milioni 255 mila euro rispetto ai 10 milioni e 385 mila di base d’asta) la Borchi Costruzioni Srl, costituita in un’ati (associazione temporanea di imprese).
Paolo Borchi che detiene una quota di 25 mila euro nella società, è indagato della procura di Genova nell’ambito di un’inchiesta sulle tangenti per gli appalti dopo l’alluvione del 2012.
Secondo l’accusa Borchi è uno degli imprenditori che avrebbe foraggiato alcuni funzionari in cambio di commesse pubbliche. Le indagini del pm Paola Calleri sono ancora in corso.

PUGLIA E SICILIA
A vincere le gare per le case circondariali di Taranto, Lecce e Trapani, ognuna delle quali prevede la realizzazione di 200 posti in più, è stata sempre la stessa società: La Devi Impianti srl. che si aggiudica anche l’a ppalto del carcere di Parma. E così la ditta si è assicurata un giro di affari di circa 40 milioni di euro in totale.