Pino Corrias, Il Fatto Quotidiano 12/2/2014, 12 febbraio 2014
VESPA, LA TRISTEZZA DI CHI NON SAPEVA
PROPRIO in queste ore di massimo trionfo del giornalismo investigativo anglosassone che con la larga risata di Alain Friedman illumina i labirinti della politica italiana rivelando succulenti retroscena, un uomo, solitario, sta piangendo. Perché quei labirinti erano la sua vita. La sua cerimonia quotidiana. La sua immensa fatica. Nonché la sua unica fonte di piacere familiare. Che di anno in anno gli ha fatto accumulare migliaia di parole scritte, migliaia di presentazioni, libro dopo libro, intervista dopo intervista. Briciola dopo briciola. Eppure. A forza di concentrarsi sui dettagli, oggi scopre che gli è sfuggita (nientemeno) che la montagna. Anzi gliel’hanno tenuta nascosta. Come un complotto nel complotto. Nessuna delle sue multiple fonti che credeva amiche l’ha avvertito di quel che combinava il presidente Napolitano. Delle crostate che mangiava con l’ingegner De Benedetti. Degli abboccamenti con il professor Monti. Dei sondaggi presso il professor Prodi. Dei piani di rinascita democratica affidati al brillante Passera e al suo demiurgo d’alta finanza Bazoli. Trattato come un paria, una scoria, una qualunque piscina di Ponza. Ingrati, nessuna pietà per Bruno Vespa.