VARIE 11/2/2014, 11 febbraio 2014
APPUNTI PER GAZZETTA - LA CRISI POLITICA
REPUBBLICA.IT
ROMA -Il presidente del Consiglio Enrico Letta si prepara al contrattacco, in vista della direzione Pd anticipata a giovedì, in un ultimo disperato tentativo di scongiurare la staffetta con Renzi, che sembra sempre più vicina. E, prima che il Capo dello Stato prenda il volo per il Portogallo, lo incontra rapidamente al Quirinale "per parlare delle prospettive di governo e delle scelte da fare". Più tardi, a margine della visita alla Bit di Milano, annuncia: "Nelle prossime ore presenterò il patto di coalizione alle forze politiche che sostengono il governo. E sarà una proposta molto concentrata sui temi economici che convincerà tutti i partiti, anche il Pd". Letta chiarisce anche che non è in atto alcun duello con Matteo Renzi: "E’ un collegamento sbagliato - spiega- stiamo lavorando per venire incontro a una situazione di difficoltà del paese, l’Expo è una grande occasione per creare posti di lavoro". E sul suo futuro da premier Letta dà una risposta ’manzoniana’: "La provvidenza agirà sul destino mio e del governo".
L’ipotesi staffetta. Ma la possibilità di un governo Renzi sembra suffragata da nuove rivelazioni. Il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari regala infatti alla platea di un convegno su Enrico Berlinguer, nell’auletta dei gruppi della Camera, un retroscena di primissima mano sull’incontro di ieri sera fra Napolitano e il segretario Pd: "Stando a quanto trapela dalla cena di ieri, Napolitano vorrebbe che il governo si ripresentasse in Parlamento, alle Camere con la visione di Renzi". "Avendolo sentito stamane - continua Scalfari - il Capo dello Stato ha detto a Renzi: Prendo attenta nota dei tuoi desiderata, poi consulterò le altre parti e prenderò la decisione più opportuna al Paese".
Anche il capogruppo alla Camera di Scelta civica Andrea Romano, parlando a Sky Tg24, lascia trapelare l’ipotesi di una staffetta: "Enrico Letta è uomo di grande esperienza e sensibilità istituzionale - dice Romano- Sono sicuro che lui per primo comprenda l’esigenza di voltare pagina davvero, aprendo una nuova fase della storia politica di questo paese e arrivando rapidamente ad un nuovo governo che sia guidato anche da un’altra personalità".
Chi si oppone ad un’eventuale staffetta è invece Forza Italia, "perché - dice Renato Brunetta - di fatto avremmo, in poco più di due anni, il terzo presidente del Consiglio senza legittimazione popolare". "L’accordo tra Berlusconi e Renzi - aggiunge - riguardava la legge elettorale e le riforme istituzionali. Noi continuiamo a volere realizzare quanto pattuito. Si approvi al più presto la legge elettorale e si avviino le riforme istituzionali, senza perdere altro tempo. Che Letta governi, se ne è capace, e che il Pd lo sostenga, se lo ritiene ancora opportuno. In caso contrario, lo ripetiamo, si faccia la nuova legge elettorale e poi si ritorni al popolo sovrano".
Sul tema interviene anche il vicepremier Angelino Alfano, che ripete un concetto già espresso più volte in questi giorni: "Il Pd dica con chiarezza se intende continuare a sostenere o meno il governo Letta- afferma il leader di Ncd - Se il Pd non dà una appassionata e sincera disponibilità a rilanciare l’azione del governo, allora si complica un po’ la situazione". E assicura: "Ho sentito Letta e gli ho detto che siamo pronti ad andare avanti".
Italicum in aula martedì prossimo. Intanto l’approdo in aula alla Camera della riforma elettorale subisce un nuovo rinvio. E’ stata concessa una settimana di tempo per la presentazione dei subemendamenti ai tre nuovi emendamenti del relatore Francesco Paolo Sisto depositati alla legge elettorale. E’ quanto è emerso al termine del comitato dei 9 della commissione Affari Costituzionali dove le modifiche di Sisto sono state approvate a larga maggioranza, con il sì di Fi, Pd, Scelta civica e con l’"adesione tecnica" di Ncd. Hanno votato contro Popolari per l’Italia, M5s, Lega, Centro democratico, Fdi. La proposta di rinvio è stata approvata all’unanimità dalla Conferenza dei capigruppo. L’Italicum approderà dunque in aula per il voto martedì pomeriggio. E’ stato fissato anche un nuovo termine per i subemendamenti: dovranno essere presentati entro venerdì 14 alle ore 12.
I tre emendamenti del relatore - due sugli ’algoritmi’ per la distribuzione dei seggi alla Camera e al senato e uno sulle soglie di sbarramento, al 37% e al 4,5%, così come da accordo nella maggioranza - per i ’piccoli’ comportano dei cambiamenti all’impostazione della riforma e, quindi, necessitano di più tempo per valutarne le conseguenze. Il nodo, oltre che tecnico - la ripartizione dei seggi - è anche politico: c’è, infatti, la questione del prosieguo del governo, con la direzione del Pd convocata per giovedì 13.
L’incontro Renzi-deputati Pd. Questa mattina, infatti, Matteo Renzi ha incontrato i deputati del partito nella sede Pd: "Se salta la legge elettorale salta l’Italia. E giovedì si decide sul governo" ha detto il segretario, che ieri sera ha incontrato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Ad aprire i lavori il capogruppo Roberto Speranza che ha subito evidenziato il "passaggio delicato" che inizia oggi alla Camera con il voto sugli emendamenti alla riforma elettorale. Le elezioni a breve sarebbero "un errore" per il capogruppo: "Noi non dobbiamo rinunciare all’idea che questa legislatura possa produrre cambiamento e riforme. Penso che sia l’ipotesi di voto subito sia tra pochi mesi siano ipotesi sbagliate, rappresenterebbero sconfitta per tutti noi". "Abbiamo bisogno di un Parlamento - ha concluso il capogruppo - che vada fino in fondo e di un governo forte".
Il leader: "Niente modifiche unilaterali". "L’Italicum è la risposta della politica alla crisi istituzionale, ma a è anche la risposta a spinte economiche e sociali". Così il segretario Pd ha esordito davanti ai suoi parlamentari. Insistendo sul fatto che "non serve solo la legge elettorale, ma anche la riforma del Senato e del Titolo V per dare una risposta della politica". Ha poi aggiunto: "Le regole si scrivono insieme. Abbiamo provato a coinvolgere Grillo e abbiamo ricevuto risposte sprezzanti", e proprio su un’azione condivisa ha avvertito che il testo "frutto di un accordo tra alcuni partiti, non può essere modificata in modo unilaterale", Il segretario Pd ha quindi citato il premier Letta: "Io mi fido della squadra del Pd: o questo passaggio lo portiamo a casa o salta l’Italia. Non è un passaggio semplice, si deve uscire come squadra, o lo portiamo a casa, o si indebolisce tutto il Paese".
Governo, direzione anticipata al 13 febbraio. Matteo Renzi ha confermato all’assemblea dei deputati del Pd la scelta di anticipare al 13 febbraio la direzione del partito dedicata al governo. Un segnale che i tempi per capire cosa accadrà a Palazzo Chigi stringono. La riunione era stata in origine fissata al 20. "All’esigenza di tenere insieme legge elettorale e riforme non basta rispondere con un emendamento. La domanda è: il governo così com’è aiuta le riforme o no?", ha detto Renzi. "Non c’è un problema tra Pd e governo, noi siamo sempre stati leali", ma il tema "è politico e per questo chiedo di anticipare al 13 la Direzione". La minoranza Pd aveva chiesto un emendamento per legare l’entrata in vigore della riforma elettorale alla modifica del bicameralismo. "La macchina ha una direzione chiara - ha detto ancora Renzi-. La batteria è scarica: decidiamo se va cambiata o ricaricata. Il punto è se questa legislatura è nelle condizioni di utilizzare l’81% che le rimane davanti".
DAGOSPIA
Non son volati i piatti, più che altro perché a una certa età la mira è quello che è e centrare un corazziere non sarebbe rispettoso della Patria. Ma ieri sera il Quirinale sembrava casa Vianello. A scattare per prima è stata Donna Clio, che non ne più di Lettanipote, di Renzie, del Corriere di Abramo Bazoli, di Grillomao, del Banana reloaded e di tutte queste grandissime rotture di scatole che la separano da un rapido ritorno nella casa di via dei Serpenti.
Raccontano che ieri le pesanti mantovane tremassero per la scenata della First Lady, quasi quanto ad aprile, quando Clio accettò di malavoglia il secondo mandato del marito e ottenne la promessa che il nuovo settennato sarebbe stato interrotto appena "finita l’emergenza istituzionale". Invece qui l’emergenza sembra non finire mai "e tu ti devi dimettere", ha ripetuto con una certa insistenza Donna Clio.
CLIO NAPO E ASMACLIO NAPO E ASMA
La novità? La novità è che questa volta un nervosissimo Re Giorgio le ha risposto per le rime, facendole l’elenco delle voragini che lascerebbe alle sue spalle abbandonando la scena in questo momento. E a separare moglie e marito questa volta non c’era neppure il figlio Giulio, che è colui che ha più insistito perché Re Giorgio rimanesse al Quirinale.
GIORGIO E CLIO NAPOLITANO IN ALTO ADIGEGIORGIO E CLIO NAPOLITANO IN ALTO ADIGE
Certo, se Bella Napoli desse ascolto alla consorte si aprirebbe una fase di ulteriore caos. Ma i poteri marci della nazione, quelli devoti più al codice iban che alla Costituzione, sono convinti di potersi ri-giocare la carta Romano Prodi. Il Professore di Bologna è infatti ritenuto da Lor signori il personaggio perfetto per controllare e gestire l’inarrestabile Renzie.
DAGOSPIA
1. LETTA SI BARRICA A PALAZZO CHIGI: ANNUNCIA IL PATTO DI GOVERNO (CON CHI?) E FA FILTRARE DI AVER L’APPOGGIO DEL COLLE, MA IL REALISTA RE GIORGIO L’HA GIÀ MOLLATO - 2. PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL GALATEO QUIRINALIZIO, FA TRAPELARE CHE L’INCONTRO DI STAMATTINA AL COLLE È STATO “POSITIVO”, “LETTA È USCITO CONFORTATO” - 3. MA IL DE PROFUNDIS SUL GOVERNICCHIO STA IN UN AGGETTIVO DEL COMUNICATO UFFICIALE DEL QUIRINALE: “RAPIDO INCONTRO”. DI FATTO, UNA SEMPLICE VISITA DI CORTESIA -
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GOVERNO: BREVE INCONTRO LETTA-NAPOLITANO SU QUESTIONI URGENTI
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha avuto oggi al Quirinale un rapido incontro con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per metterlo al corrente di questioni urgenti di governo prima della partenza del Capo dello Stato per Lisbona. Lo si legge in una nota della presidenza della Repubblica.
P. CHIGI, INCONTRO A COLLE POSITIVO. LETTA ACCELERA =
(AGI) - Un incontro positivo. Cosi fonti di palazzo Chigi lasciano trapelare dopo il colloquio di stamane tra il premier Enrico Letta e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Letta - riferiscono sempre le stesse fonti - e uscito confortato e ancor piu determinato ad accelerare su Impegno Italia e sul rilancio dell’azione di programma del governo.