Marco A. Capisani, ItaliaOggi 11/2/2014, 11 febbraio 2014
TVSVIZZERA.IT FA SERVIZIO PUBBLICO
[Dino Balestra]
La Radiotelevisione svizzera torna in Italia dopo circa dieci anni e punta su attualità, inchieste e documentari perché «ci sembra che la tv italiana sia carente di servizio pubblico», afferma a ItaliaOggi Dino Balestra, direttore della Rsi Radiotelevisione svizzera. Ed è quindi con l’informazione tra contenuti video, radio e scritti che l’emittente pubblica elvetica riempirà il nuovo sito www.tvsvizzera.it, online nella Penisola da fine gennaio. Il governo di Berna ha stanziato infatti un budget top secret per promuovere all’estero la conoscenza della Svizzera. «Investiva già in collaborazioni con la tv tedesca 3Sat e con la francese Tv5», precisa Balestra. «Adesso rilancia anche sull’Insubria, macro-regione che comprende il Canton Ticino e le aree confinanti di Lombardia e Piemonte».
Domanda. Ma perché tornare in Italia?
Risposta. Per dare un’offerta alternativa. Senza voler fare concorrenza o insegnare ad altri, ci sembra che nella tv italiana manchino l’approfondimento e quell’attenzione alle notizie dal mondo al di là dell’evento straordinario o dello scandalo del giorno. È scomparsa la documentaristica d’autore ed è un vero peccato, visto il potenziale tricolore.
D. Forse i documentari vanno in onda ma in orari poco seguiti...
R. Noi ci riempiamo la fascia della prima serata. E abbiamo buoni risultati. Sul primo canale, per esempio, i documentari del giovedì in prime time fanno oltre il 30% di share, così come le inchieste del venerdì sui consumi, sempre in prima serata. Persino i documentari d’archivio, che occupano la sera del sabato, si attestano intorno al 12% di share. Ci sono buoni risultati anche coi dibattiti sul sociale, on air il lunedì sera.
D. E anche Tvsvizzera.it avrà un palinsesto così serioso?
R. Il cuore della sua programmazione è incentrato sull’attualità, affrontando e approfondendo i temi che interessano entrambi i paesi, dal lavoro all’economia e al fisco, passando per i trasporti e il referendum anti-immigrati comunitari. Ma poi con ironia spiegheremo anche il linguaggio transfrontaliero per capire la Svizzera. Lei sa cosa è la ramina? Ecco, è la rete metallica che divide le due nazioni. Ci saranno pure i Frontaliers, serie umoristica sulle nostre guardie di confine, ambientata in una dogana. Il blog Radio Monte Ceneri darà invece spazio al giornalismo indipendente e ai commenti fuori dal coro.
D. Pensate di raggiungere un vasto pubblico, pur interessando solo le zone a ridosso del confine?
R. Crediamo di partire da una base di 300 mila clic e poi crescere. Parleremo, ma non solo, ai 60 mila frontalieri, agli oltre 300 mila italiani residenti in Italia e più in generale agli italofoni in Svizzera. Senza dimenticare tutti coloro che ci seguivano sul piccolo schermo, affezionati per esempio alle nostre commedie dialettali. Per i nostalgici rimanderemo in onda anche i concerti dei cantanti italiani più famosi degli Anni 80, con relativa intervista all’artista 30 anni dopo.
D. Insomma, la strategia editoriale corre su due binari: news e ricordi?
R. Anche. Ma dalle molte lettere che abbiamo ricevuto per chiedere il ritorno della Radiotelevisione svizzera in Italia abbiamo capito che c’è affezione anche per il nostro Meteo o i nostri format culturali. E a un anno e mezzo circa dall’Expo 2015 non ci tratterremo dall’affrontare anche la kermesse milanese.
D. Tvsvizzera.it è un’iniziativa interamente sostenuta dal governo federale?
R. Berna copre solo il 50% del progetto. Il restante 50% è a carico nostro, considerando che Tvsvizzera.it non conterrà pubblicità. I ricavi della Radiotelevisione svizzera provengono al 75% dal canone, essendo anche noi tv pubblica, al 23% circa dalla pubblicità e per il restante 2% dalla vendita di servizi.