Lina Palmerini, Il Sole 24 Ore 11/2/2014, 11 febbraio 2014
MAGGIORANZA LOGORA NEL 2011
In uno dei passaggi più delicati per il Governo Letta e per il futuro della legislatura, le anticipazioni del libro di Alan Friedman pubblicate ieri dal Corriere della Sera sul ruolo che ebbe Giorgio Napolitano nel 2011, alimentano una fortissima polemica sul Colle.
In sostanza, Friedman raccoglie testimonianze di Romano Prodi e Carlo De Benedetti, confermate dallo stesso Mario Monti, sul fatto che il capo dello Stato consultò l’ex premier già nel giugno del 2011 per la "successione" a Silvio Berlusconi, cioè prima della famosa impennata dello spread nel novembre successivo. E così che riparte la teoria del complotto anti-Cavaliere contro la quale il capo dello Stato risponde con una lettera indirizzata al Corriere.
«Complotto? Fumo, è solo fumo», scrive Giorgio Napolitano che ricorda i fatti al di là delle interpretazioni date dai "testimoni" sentiti da Friedman. E allora ecco la versione di Napolitano. «I veri fatti, i soli della storia reale del Paese nel 2011, sono noti e incontrovertibili. Ed essi si riassumono in un sempre più evidente logoramento della maggioranza uscita vincente dalle elezioni del 2008». Andiamo alle tappe di quel logoramento: «Innanzitutto la rottura intervenuta tra il Pdl e il suo cofondatore, leader di An, il successivo distacco dal partito di maggioranza di numerosi parlamentari, il manifestarsi di dissensi e tensioni nel governo (tra il premier, il ministro dell’Economia ed altri ministri)». Fino ad arrivare alle «dure sollecitazioni critiche delle autorità europee verso il Governo Berlusconi che culminarono nell’agosto 2011 nella lettera inviata al governo dal Presidente della Bce Trichet e dal Governatore di Bankitalia Draghi».
E poi si arriva al culmine, all’8 novembre quando la Camera respinse il rendiconto generale dello Stato «e la sera stessa il presidente Berlusconi da me ricevuto al Quirinale convenne sulla necessità di rassegnare il suo mandato una volta approvata in Parlamento la legge di stabilità». Dunque, non un complotto ma un percorso concordato con il Cavaliere che poi, come da prassi costituzionale, ebbe esito nelle consultazioni che vengono puntualmente ricordate da Napolitano. «Fu nelle consultazioni successive a quelle dimissioni annunciate che potei riscontrare una larga convergenza sul conferimento a Monti – da me già nominato, senza alcuna obiezione, senatore a vita - dell’incarico di formare il nuovo governo». Questi sono i fatti, poi c’è una storia che il Colle, per ragioni di riservatezza, ha tenuto per sé ma che ricorda senza disagio. «Nessuna difficoltà – scrive Napolitano – a ricordare di aver ricevuto Monti più volte nel corso del 2011, e non solo in estate: conoscendo da molti anni e apprezzando il suo impegno europeistico, era un prezioso punto di riferimento in quel difficile 2011 e appariva – e non solo a me - una risorsa da tener presente e, se necessario, da acquisire al governo del Paese».
I misteri, dunque, si diradano in un ricordo dei fatti che furono perfino scritti su vari giornali in quell’estate 2011 quando il nome di Monti era citato come possibile "sostituto" nel caso di crisi. Ma ecco il finale di Napolitano: «Posso comprendere che l’idea di riscrivere la storia recente del nostro Paese possa sedurre un brillante pubblicista come Alan Friedman. Troppo poco per potervi riuscire l’aver raccolto le confidenze di alcune personalità (Carlo De Benedetti, Romano Prodi) sui colloqui avuti con Monti, e l’avere intervistato lo stesso Monti». Ma Friedman aveva contattato anche il capo dello Stato e Napolitano spiega. «Non poteva abbandonarsi ad analoghe confidenze (anche se sollecitate dal signor Friedman), il Presidente della Repubblica, che deve poter contare sulla riservatezza delle sue attività formali e informali,(vedi la sentenza n.1 del 2013 della Corte Costituzionale)». La conclusione è il cuore della risposta di Napolitano: «Mi scuso per aver assorbito spazio per richiamare quel che tutti dovrebbero ricordare sui fatti reali mentre le confidenze personali e l’interpretazione che si pretende di darne in termini di complotto sono fumo, soltanto fumo».