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 2014  febbraio 11 Martedì calendario

I DIARI DELL’AMICA IMBARAZZANO HILLARY


«Hillary Clinton è un’amica leale e una madre devota, ma nella vita pubblica è spietata: le sue strategie sono quelle di una tagliagole, è vendicativa con gli avversari e si lamenta in privato che alla Casa Bianca non c’è nessuno che sia abbastanza duro e cattivo». Storie e leggende su una Hillary molto coriacea ne sono sempre circolate parecchie, ma queste parole sono particolarmente significative perché vengono da Diane Blair: una politologa dell’Arkansas morta nel 2000 che la ex first lady descriveva come la sua migliore amica negli anni in cui era alla Casa Bianca. Anni nei quali le due si scambiarono messaggi e confidenze. Carteggi che a distanza di quasi 15 anni il marito di Diane, Jim Blair, ha deciso di far diventare documenti storici consegnando tutto alla biblioteca della University of Arkansas. Solo che Hillary non è ancora un personaggio consegnato alla storia: è la probabile candidata democratica alle presidenziali del 2016. Quelle carte sono state, quindi, prese d’assalto dai cronisti. Primo atto della inevitabile rivisitazione da parte dei media dei punti più controversi della vita di Hillary e Bill. A partire dal caso più clamoroso: i rapporti che l’allora presidente ebbe con Monica Lewinsky. Si raccontò di una Hillary furiosa, ma le note lasciate da Diane Blair descrivono una first lady che, pur non giustificando il marito, lo difendeva sostenendo che aveva ceduto al peso della solitudine presidenziale, allo stress per gli attacchi politici, mentre anche lei come moglie aveva qualcosa da rimproverarsi. E liquidava la stagista come un personaggio ridicolo.
E quando nel ’97 un’altra donna, Kathleen Willey, accusò Hillary di averla molestata sessualmente, Diane mandò via fax una copia dell’articolo a un assistente della Casa Bianca chiedendo solo: «Dobbiamo prendere la cosa seriamente?». Quanto alla durezza, il giudizio non era solo dell’amica ma anche del superconsulente Stan Greenberg che nel maggio 1992, durante la campagna elettorale che portò Bill alla Casa Bianca, preparò una nota interna intitolata «ricerca su Hillary Clinton» nella quale sosteneva che gli elettori ammirano la forza dei coniugi Clinton, ma ne temono anche l’eccessiva ambizione che può sfociare in prepotenza. E «mentre Bill è percepito come suadente, Hillary appare ai più spietata».
M. Ga.