Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 10 Lunedì calendario

GEPPI FUORI COPIONE È PERFETTA PER I LIBRI


Salvate Geppi Cucciari! A qualcuno, un po’ di tempo fa, è venuta l’idea di trasformarla nel volto dell’intrattenimento intelligente: nei preserali alternativi, nei programmi sull’arte, nei tentativi di divulgazione letteraria, ci si affida a Geppi per sdrammatizzare, per evitare l’effetto paludato. Ma sarà proprio questa la strada giusta per lei, che ha mosso i primi passi sul palco di «Zelig» e si è comportata bene come ospite su quello di Sanremo? È iniziata su Raitre la nuova stagione di «Per un pugno di libri», la storica trasmissione che, ormai molti anni fa, si è inventata un nuovo modo di raccontare i libri in tv, attraverso una sfida a premi tra due licei d’Italia.
Lo show è stato spostato dalla sua tradizionale collocazione domenicale al pomeriggio del sabato (ore 16.50), e non si sa quanto questa scelta gli possa giovare.
A condurre il programma c’è proprio Geppi, insieme al bravo Piero Dorfles. I ruoli sono ben chiari: a Dorfles spetta l’approfondimento storico e teorico, il punto di vista critico sui romanzi, a Geppi il controcanto ironico, la battuta folgorante, anche la presa in giro cattivella alla meglio gioventù liceale che si sfida sui romanzi (sabato su Un borghese piccolo piccolo di Vincenzo Cerami) e sembra uscita da un’epoca pre-smartphone. Come si era già visto in altri programmi, soprattutto nello sfortunato «G’Day» su La7, Geppi è bravissima quando può mostrare il suo talento nell’improvvisazione, nella rapidità degli scambi ironici con gli ospiti, mentre fatica di più nel ruolo di conduttrice pura, che in fondo non valorizza le sue capacità. I suoi momenti migliori a «Per un pugno di libri» sono proprio quelli fuori copione, in cui esce dalle rotaie del «format» e ha modo di essere se stessa, rendendo quasi trasparente tutto il resto: compresi i liceali, persino i grandi romanzi.