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 2014  febbraio 10 Lunedì calendario

KASPAROV, L’EX PRESIDENTE CALMUCCO E L’INTRIGO NEL REGNO DEGLI SCACCHI


Ci sono un ex campione di scacchi e attivista politico, un ex presidente di una repubblica sovietica quasi sconosciuta che dice di essere stato rapito dagli alieni, due contratti che prevedono scambi di favori, una sfida per la poltrona di presidente della Federazione internazionale di scacchi e un gran maestro islandese, noto per la sua riservatezza, che confessa: «Qui sta andando tutto in rovina». Ci sarebbe, poi, anche la «Grande Madre Russia» che dietro le quinte sembra manovrare un bel po’ di personaggi. A questo punto mancherebbe soltanto un cadavere per farne un thriller coi fiocchi. Ma intanto questa storia la si può già raccontare con questi ingredienti.
Il prossimo agosto i 175 Paesi membri della Fide — la federazione internazionale degli scacchi — dovranno eleggere il nuovo presidente. A contendersi la poltrona sono Garry Kasparov e Kirsan Iljumžinov. I due si odiano dal 1993. E si accusano di corruzione un giorno sì e l’altro pure. Il primo ha 50 anni, è nato a Baku (Azerbaigian), è stato campione di scacchi per molti anni e, dal 2007, è un oppositore del presidente russo Vladimir Putin. Il secondo di anni ne ha uno in più, è nato a Elista, la capitale della Repubblica autonoma di Calmucchia, è un grande appassionato delle 64 caselle, ma anche un milionario con amicizie controverse (Saddam Hussein, Muammar Gheddafi, Bashar al-Assad), dal 1993 al 2010 presidente della Calmucchia e attuale numero uno della Fide.
Ci sarebbe, poi, anche quel suo viaggio su una nave aliena. «Era il 1997 e stavo andando a Mosca — ha raccontato Iljumžinov all’Observer —, loro mi hanno preso e mi hanno portato in una stella lontana». Poi è tornato. Ha preso cento milioni di dollari e a Elista ha realizzato «Chess City», la città degli scacchi, con albergo, museo, piscina, parchi. Il tutto, sia chiaro, con un design legato ai pezzi del gioco. Compresi i nomi delle strade.
Ventun’anni dopo, ecco il nuovo capitolo. Con tanto di accordi ambigui che gettano lunghe ombre sui due candidati. Prima il New York Times pubblica un contratto tra Garry Kasparov e Ignatius Leong, segretario generale della Fide: qui Leong garantisce al russo, alle prossime elezioni, almeno 11 voti della sua area (l’Asia). In cambio Kasparov dona un milione di dollari a una fondazione controllata da Leong e promette di aprire un ufficio della Fide a Singapore, il Paese del segretario.
Poi sul Sunday Times spunta un documento in cui Iljumžinov e Andrew Paulson, ex fotografo di moda, si accordano per spartirsi i profitti delle competizioni della Fide organizzate da una società — la «Agon» — di cui sono entrambi azionisti. Alla fine l’unico proprietario resta Paulson e tra Fide e «Agon» non viene mai firmato un contratto.
Alle elezioni di agosto mancano ancora molte settimane. E visto quello che è già uscito sui giornali più di qualcuno — nella Federazione — spera nell’aiuto divino. Del resto lo stesso Iljumžinov, nell’intervista all’Observer , spiega così l’origine del gioco: «La scacchiera ha 64 caselle, le nostre cellule sono composte da 64 elementi: tutto questo dimostra che gli scacchi discendono da Dio o dagli Ufo».