Adriana Marmiroli, La Stampa 10/2/2014, 10 febbraio 2014
I DETECTIVE VENUTI DAL FREDDO SONO UN CASO DA INDAGARE
C’era una volta la nebbia londinese, che tutto nascondeva e ovattava. Ora sono le nevi scandinave il perfetto scenario di crimini e cadaveri: sul bianco il sangue è rosso acceso.
Il primo successo tra i ghiacci fu Il senso di Smilla per la neve di Peter Høeg: un caso, ma anche l’unico, ormai una ventina di anni fa. Poi è arrivato Mikael Blomkvist, protagonista della trilogia Millennium di Stieg Larsson: successo letterario e cinematografico, in doppia versione, svedese e americana. Con lui i detective venuti dal freddo sono diventati qualcosa di più di un caso. Anche l’ultimo Noir in Festival lo ha documentato: sono un fenomeno, una tendenza, che inglesi e americani hanno subito intercettato e che sta arrivando anche da noi, dalla libreria al piccolo schermo. Complice alcuni popolari adattamenti Usa di serie scandinave come The Killing e The Bridge e la faccia molto famosa e molto britannica di Kenneth Branagh, che in una produzione BBC dà volto a L’ispettore Wallander creato dallo svedese Henning Mankell.
Tra i detective scandinavi di ultima generazione Kurt Wallander è il più noto: antieroe solitario, tormentato, con un debole per l’alcol e un rapporto irrisolto e conflittuale con il padre, è protagonista di una dozzina di romanzi e di una doppia saga televisiva: una di produzione svedese (32 episodi in tre stagioni, l’ultima del 2013 e la prima vista su Rete4 circa un anno fa) e una britannica, composta finora da nove Tv movie (altri tre verranno realizzati la prossima estate) che vedremo su Laeffe a partire dal 16 febbraio. Panorami incontaminati e gelidi, tristi e decadenti anche in pieno sole, fanno da sfondo a vicende di gente meschina e corrotta, sepolcri imbiancati che nascondono delitti e segreti antichi (i delitti dei padri che vengono replicati dai figli). «L’anima inquieta della Svezia», ha definito il suo personaggio Mankell. Che del noir nordico è prototipo e emblematico rappresentante: protagonista di storie realistiche ed essenziali, che svelano - quasi vivisezionandola, in modo maniacale e pessimista - la faccia oscura e sconosciuta dell’ordinata e pacifica società scandinava.
La natura è incorrotta, ma chi vi abita... Idilliaco è il paesotto costiero di Fjällbacka: qualche centinaio di abitanti e poche case colorate in fondo a un fiordo. Ma dietro quelle finestre e l’apparente lindore delle persone si celano torbidi retroscena e oscuri segreti. Qui Camilla Lackberg ha condotto a vivere la giovane Erica Falck e il di lei marito poliziotto. Scrittrice e mamma (e quasi alter ego finzionale dell’autrice), è protagonista della serie Omicidi tra i fiordi - I gialli di Camilla Lackberg (in onda su Laeffe): ancora una serie tratta da un bestseller letterario, con tutte le caratteristiche del noir scandinavo. Fuori dal mondo, in una specie di piccolo paradiso algido, su un’isoletta dell’arcipelago che fronteggia Stoccolma, è ambientata anche la serie The Sandhamn Murders (arriverà in estate su Giallo), di cui è protagonista il poliziotto Thomas Andreasson: anche questa tratta da una serie di romanzi, dell’avvocato e scrittrice Viveca Stens, degli stessi autori che sono all’origine del primigenio The Bridge scandinavo. Dai romanzi di Liza Marklund deriva invece Annika: crime reporter, la cui prima stagione si è appena vista su Fox Crime: ancora una donna curiosa per protagonista, giornalista questa volta, che si muove in un contesto un po’ più urbano e che non teme di rischiare in prima persona per dare risposta ai casi in cui si imbatte per lavoro. Ambientazione e suspense a parte, sono proprio le protagoniste uno dei punti di forza di queste serie: donne spesso sole, autonome, realizzate, madri quasi sempre, che si confrontano anche nell’Eden del welfare con le difficoltà del doppio lavoro femminile, equilibrate quanto i loro compagni (o i loro corrispettivi detective maschi) sono disadattati e incasinati. Niente di nuovo sotto il sole. Anzi, sotto la neve.
E una citazione a questo punto si imporrebbe per Bergen, la serie danese di ambientazione politico-giornalistica, appassionante come un giallo, di cui sono protagoniste due donne che bene esemplificano questo mood, l’animale politico Birgitte Nyborg e la giornalista Katrine Fønsmark.
Dopo Larrson, Mankell & C. molta attesa c’è poi per il debutto del norvegese Jo Nesbø, un altro dei massimi esponenti del genere, autore però di una serie originale, e non tratta dai suoi romanzi (Lo spettro il più recente): Occupied di cui inizieranno a breve le riprese è un thriller fanta-politico ambientato in una Norvegia occupata dai russi per via del suo petrolio.