lu. mar., La Gazzetta dello Sport 11/2/2014, 11 febbraio 2014
FOGNINI: «IL MIO SEGRETO SI CHIAMA UMILTA’»
È lui l’uomo. Fabio Fognini sta crescendo, guarda caso, a 26 anni come Adriano Panatta nel suo magico 1976. Si vede dai successi, in Argentina, dove ha portato i 3 punti azzurri, e in Cile, dove ha vinto il terzo titolo Atp. Si vede dalla classifica che è lievitata fino al numero 14 del mondo. Si vede da tanto altro ancora.
Fognini con che spirito gioca a Buenos Aires?
«Dopo l’infortunio muscolare, sono arrivato al quarto turno agli Australian Open e ora al terzo titolo, non potevo chiedere un inizio di stagione migliore, arrivo a Baires pieno di fiducia. Vincere fa sempre bene: dà tanta sicurezza».
Mar del Plata-Vina del Mar, qual è il segreto del 2014?
«Sono più tranquillo, gestisco meglio energie e tensioni. Anche nel 2012 vincemmo in Davis, e subito dopo andai in finale a San Pietroburgo...».
Come si abbatte lo stress psico-fisico dopo l’Argentina?
«Loro avevano perso in casa solo un’altra volta negli ultimi 5 anni e la Davis porta via sempre tante energie. Quel lunedì mi sono svegliato alle 5 del mattino ed ho fatto un volo aereo molto duro, poi ho dormito solo, al circolo mi hanno visto due giorni dopo...».
Con l’aiuto di coach Perlas.
«Gran parte dei miei successi la devo a lui. Mi allena in modo completamente diverso, mi fa ragionare perché sia forte quando arriveranno i momenti duri. Abbiamo un progetto importante, passando per i tornei più importanti: questo è l’ obiettivo di quest’anno».
Piedi e mani veloci già li aveva, come il rovescio, naturale, come la volée, ma ora c’è anche servizio, tanta risposta, più dritto e continuità.
«Mi sono rinforzato molto nella parte superiore e ho fatto tanti cesti di palle per il servizio, una-due ore.... A Vina del Mar è stato fondamentale».
Dal Roland Garros ha vinto 19 match su 20 sulla terra.
«Il rosso mi dà più tempo per il mio gioco, mi consente di fare più cose e di dar spazio alla mia tecnica. Ma c’è terra e terra: in Cile era umida, a Buenos Aires farà più caldo e la palla salterà più alta».
Fra Davis e Vina del Mar ha vinto 5 tie-break su 6, in Cile ha battuto Almagro e Mayer dopo 2 match point mancati.
«Vedi il servizio? Sono stato molto, molto attento. Mi sono concentrato al massimo anche sulla risposta. Sono stato sempre solido. Queste vittorie sono molto importanti, anche per come sono arrivate».
Il nuovo Fognini stupisce.
«Sto dimostrando di essere cambiato molto, mentalmente, e i frutti si stanno vedendo. In Cile ho battuto giocatori inferiori in classifica, ma con colpi che possono far male, come Almagro e Mayer, che in finale ha pagato l’inesperienza. Ho fatto quello che dovevo e voglio continuare, sempre con umiltà. Ecco il segreto».
Fognini recupera sui rivali dell’87 Murray e Djokovic.
«All’epoca me la giocavo alla pari, loro sono maturati prima di me. Fa parte anche della mentalità italiana».
Invece il suo amico Balotelli domenica ha pianto in panchina per la frustrazione.
«Nel tennis è successo a campioni come Federer e Nadal. E’ difficile contenere queste cose. E’ anche il bello dello sport: ci tieni talmente tanto, troppo, come succede a me, che non accetti vada male. E la gente non capisce la reazione, sbagliata, ma umana».