Adolivio Capece, Oggi 29/1/2014, 29 gennaio 2014
SCACCO MATTO A BILL GATES IN 71 SECONDI: COM’È STATO POSSIBILE?
Perdere con il campione del mondo non è certo un disonore, ma Bill Gates non ha dimostrato una grande capacità scacchistica. Non tanto per la sconfitta in sole nove mosse, quando per il modo come ha perso, facendosi dare un matto classico dei principianti. Si sa che Bill Gates è appassionato, ma probabilmente non ha mai avuto il tempo di approfondire lo studio del gioco. Cosa comune a molti vip ai quali spesso sfuggono mosse per altri del tutto evidenti.
Carisen ha giocato le prime mosse volutamente deboli: l’uscita di Cavallo sulla apertura di Re del bianco in torneo non si vede quasi mai; Gates poteva subito occupare il centro spingendo di due case anche il Pedone davanti alla Donna, come insegnano tutti i manuali, invece ha mosso prima il Cavallo e poi l’Alfiere, quest’ultimo in una casa “passiva”. L’errore clamoroso è stato alla nona mossa, quando ha catturato il Cavallo avversario senza rendersi conto che in questo modo lasciava indifesa la casa h2 permettendo lo scacco matto.
Non sono rare le sconfitte in poche mosse nel gioco degli scacchi: le partite che si concludono in meno di 20 mosse vengono chiamate “miniature” e ovviamente la vittoria è sempre dovuta a un errore da parte di uno dei due giocatori. Marcel Duchamp, per esempio, il celebre pittore ma anche Maestro nazionale di scacchi, nel Campionato del Mondo a squadre disputato all’Aia nel 1928 in cui giocava per la nazionale francese capeggiata dal grande campione Alexander Alekhine perse in dieci mosse, in quella che è praticamente la partita più breve nella storia della competizione.
Oggi, anche data la sempre più approfondita conoscenza delle mosse di apertura, le partite brevi – almeno ad alto livello – sono rare; da ricordare una vittoria di Garry Kasparov in sole 22 mosse nel 1981 contro il forte Grande Maestro sovietico Efim Geller.