Mario Tozzi, Oggi 5/2/2014, 5 febbraio 2014
AFFONDATI PERCHE’ L’ITALIA E’ FINITA DI NUOVO SOTTO L’ACQUA?
A ogni pioggia abbondante (per fortuna nessuno le chiama pii eccezionali) in Italia le cose sembrano andare sempre peggio. Ma come, non abbiamo ormai tecnologia e strumenti sofisticati per regolarci meglio? Effettivamente le previsioni del tempo sono oggi davvero molto attendibili e gli scenari ipotizzabili con precisione, ma siamo più indifesi che nel Medioevo, perché il nostro territorio è complessivamente più fragile: non sono cambiate solo le piogge, sono cambiate anche le città. Soprattutto sono le aree di naturale esondazione dei fiumi a essere stare ormai invase dalle costruzioni. In questo Paese si è costruito troppo: ogni anno si asfaltano e cementificano forse 200 mila ettari di suolo, con il risultato di un rischio idrogeologico in progressivo aumento, invece che in diminuzione.
Cosa si dovrebbe fare, allora? Per il futuro vietare assolutamente di costruire nelle aree di pertinenza fluviale e, progressivamente, spostare le abitazioni a maggior rischio. Spiace dirlo, ma in certe aree non si può e non si deve più continuare a vivere. Poi, mai più condoni edilizi, che condannano a rischio certo gli abitanti delle zone pericolose. E, ancora, destinare alla difesa del suolo più risorse, ovviamente, ma anche ripristinare autorità tecniche territoriali che non rispondano alle esigenze locali, ma al bene comune della sicurezza (che fine hanno fatto le autorità di bacino?). E, infine, ci sono anche norme di autoprotezione: non abitare gli scantinati e mai scenderci in momenti di allerta; seguire le indicazioni della protezione civile e non sentirsi invulnerabili solo perché si sta in casa. E ricavare camere stagne dove rifugiarsi e dove ricoverare gli apparecchi e gli oggetti che debbono essere tutelari: qualche volta basta poco per non perdere tutto.