Paolo Di Paolo, Corriere dello Sport 9/2/2014, 9 febbraio 2014
NEL REGNO DI TOTTI
Tutto comincia qui, dove adesso c’è una piazza che prima non c’era. Piazza Francesco Totti, re di Roma, non è uno scherzo, non è una goliardia: la targa sembra vera, un turista non avrebbe dubbi. Scende la sera sul quartiere Appio Latino – un padre e un figlio giocano a pallone su un marciapiede di via Gallia. Appena dietro porta Metronia il tratto di Mura Aureliane che si apre all’altezza dell’Amba Aradam i tifosi romanisti hanno deciso di dedicare al Capitano qualcosa di più che un semplice omaggio. Ma dov’è la targa? Chiedo al ragazzo dell’edicola di piazzale Metronio, sorride, dice: «Me l’hanno chiesto in molti, –ma non so di preciso, sono pure laziale». Prendo per via Vetulonia, la strada dove Totti è cresciuto; trovo il grande striscione all’angolo con via Populonia, sul muro della storica pizzeria “Core de Roma”: «Via Vetulonia – Totti mania, a France’ sei come ‘sta città: eterno». La targa piccola c’è; un’altra – mi racconta il gestore – l’hanno rubata. Ma sarà vero? Forse invece queste mura sono semplicemente un’appendice della Curva Sud. Targhe e striscioni si alternano di continuo, le scenografie “murali” diventano una cronaca in diretta e celebrano i cannonieri all’attivo.
Corre voce che sia pronto un altro striscione per il giocatore del momento, ma per scaramanzia apparirà solo se le cose andranno come devono. La piccola storia di piazza Totti si tinge di giallo, ma il punto non è questo: è la forza di un calciatore diventato un autentico monumento vivente, punto di riferimento di un’intera città (a Garbatella sulla facciata di un palazzo fu disegnato il suo volto) e orgoglio di un quartiere in cui non vive più da anni, ma dove tutto è iniziato. Non sembra neanche, tra l’altro, un quartiere tutto giallorosso come Testaccio o la stessa Garbatella: all’edicola vicino a piazza Epiro un capannello di laziali fa gli scongiuri, ironizza, sfugge alle domande. Eppure, girando per queste strade, trovi chi ricorda il ragazzino Francesco, ai tempi in cui mamma Fiorella lo portava a giocare a pallone. Voleva distrarlo dalla malattia dei nonni e lo accompagnava sotto casa, poi come si sa alla Smit di Trastevere e alla Lodigiani. Il catechismo, i compiti, sì, ma da sempre per Francesco c’era soprattutto il pallone. Lasciava la gente del quartiere a bocca aperta, bastava qualche palleggio.
Lo stupore lo circonda già al primo torneo, un’estate a Torvaianica, nel 1981. Ma qui, intorno al civico 18 di via Vetulonia, più che al passato, pensano al presente e al futuro: «La targa – mi dice una ragazza – è giusta e meritata, ma non è una celebrazione al passato, perché la grandezza del Capitano è davanti ai nostri occhi, tutta al presente, è una storia di cui ancora vanno scritti parecchi capitoli».
Tutti, senza dirlo troppo a voce alta, sperano in una grande festa giallorossa e magari in un passaggio del Capitano da queste parti: «Si bloccano le strade le rare volte che si affaccia». Strade che tra l’altro hanno i nomi di città e regioni dell’impero romano. L’impero romanista, invece, che il suo imperatore o ottavo re l’ha incoronato da tempo, ha anche qui le sue legioni – in un quartiere popolare che a inizio Novecento era ancora campagna abitata da pecore. Oggi è diventata una zona centrale e commerciale, fra Tuscolana, Appia e Cristoforo Colombo, a un passo dal centro storico.
Se chiedi come si vive in questo quartiere, qualche lamentela arriva – anche sulle buche prodotte dalle piogge di questi giorni – ma tutto sommato, mi dice una signora su via Licia, è ancora vivibile, i posti di ritrovo sono tanti, ci sono parchi e giardini. Le chiedo del «ragazzo di Porta Metronia»: «E’ un simbolo – dice – se cerchi su internet notizia sul quartiere, Totti è uno dei primi nomi che escono». In effetti, anche sulla versione francese di Wikipedia. Resta che il valore della targa di piazza Francesco Totti è doppio, perché le statistiche sui nomi delle strade raccontano una verità inaspettata e deludente. In una città come Milano, per esempio, solo otto strade su oltre quattromila sono dedicate a personaggi dello sport. E il calcio non fa la parte del leone. Roma, dalla sua, inverte la tendenza, perché ci pensano i tifosi. Non aspetta l’ufficialità e costruisce a modo suo un pantheon cittadino di eroi e supereroe. Del resto, proprio qualche giorno fa, un altro Francesco era finito su un muro intorno a Borgo Pio, in veste di Superman. Foto a non finire, di turisti e non. Il Vaticano aveva apprezzato, rilanciando l’immagine in un tweet. Peccato che qualcuno non abbia visto l’azzardato omaggio di buon occhio, decidendo di rimuoverlo.
Piazza Francesco Totti a Porta Metronia non corre rischi. Anche se sparissero le targhe, per qualche giallo o per qualche sgarbo, questo luogo, prima ancora che sulle mappe stradali, è nei cuori della gente. Da lì, nessuno lo cancella.
Paolo Di Paolo*
* romanziere, finalista del Premio Calvino 2003 e vincitore del Premio Mondello 2011 con “Dove eravate tutti”, Feltrinelli. Finalista del Premio Strega 2013 con “Mandami tanta vita”, Feltrinelli.