Mirella Serri, La Stampa 9/2/2014, 9 febbraio 2014
SIVIERO: FASCISTA, SPIA E PARTIGIANO L’UOMO CHE DIFESE I NOSTRI CAPOLAVORI
Il Maresciallo del Reich Hermann Göring si era fatto collocare la sensuale Danae di Tiziano sul soffitto della camera da letto: gli piaceva rimirare quella opulenta bellezza mentre dedicava a giochi erotici i suoi centoquaranta chili. Il quadro era approdato dal museo di Capodimonte di Napoli al monastero di Montecassino per essere tutelato dai bombardamenti. Di quella meraviglia si era poi appropriata la Divisione intitolata a Göring, che mascherava i suoi furti definendoli salvataggi e, con la scusa di sottrarla agli angloamericani, l’aveva offerta in dono al capo per il compleanno del 1944.
L’avido Göring, in accordo con il Führer, aveva svaligiato il Vecchio continente di tanti tesori artistici e dopo l’8 settembre il suo sguardo si era concentrato sull’Italia: in precedenza Mussolini era stato di manica larga nel favorire lo shopping compulsivo e sottocosto di opere d’arte da parte dei tedeschi. Però nel 1943 si era verificato qualcosa di nuovo, di quasi miracoloso, nell’Europa in fiamme: sbarcavano gli agenti del Mfaa (Monuments, Fine Arts and Archives) incaricati dal presidente Roosevelt di proteggere e recuperare quadri, argenti, statue. A questi direttori di musei e critici d’arte con il mitra è dedicato l’attesissimo Monuments Men, prodotto, diretto e interpretato da George Clooney (con Matt Damon e Cate Blanchett) e tratto dall’omonimo romanzo di Robert M. Edsel, che arriverà il 13 febbraio nelle sale italiane. Anche nella Penisola vi fu chi stabilì, sempre a partire dal 1943, stretti rapporti con gli uomini del Mfaa e si impegnò a mettere i bastoni tra le ruote del più grande saccheggio di opere d’arte della storia.
Il bel saggio di Luca Scarlini, Siviero contro Hitler. La battaglia per l’arte (Skirà editore, pp. 140, euro 16), rivela tanti retroscena della vita di Rodolfo Siviero, ardimentoso storico dell’arte e 007 nato nel 1911 in provincia di Pisa, intrecciandoli con la ricostruzione delle rapine degli uomini di Hitler. Siviero a 18 anni aderisce al Partito nazionale fascista, poi entra nel Sim, il servizio di informazioni militari. La prima vocazione della spia che amava le belle donne e le macchine sportive era letteraria e nelle poesie La selva oscura è racchiusa la metafora della sua esistenza: sono tante, come riconosce il suo biografo, le zone d’ombra del toscanaccio che voleva mettere sotto scacco la prepotenza teutonica. Passato alla Resistenza e al controspionaggio inglese, organizza partigiani ed esperti d’arte che si ritrovano nella palazzina oggi conosciuta come Casa Siviero. L’Indiana Jones di Guardistallo mette a punto un colpo straordinario salvando i quadri di Giorgio De Chirico, denunciato dalla domestica per il fatto di avere una moglie ebrea. Fallisce invece il tentativo di mettere al riparo il tesoro della comunità ebraica fiorentina. Lo scontro diretto con la Divisione Göring avverrà per l’ Annunciazione del Beato Angelico: l’agente giunge un giorno prima del plotone di SS e i frati del convento dove l’opera è conservata, fingendosi affranti, denunciano il furto. Oltre 200 dipinti della Galleria degli Uffizi vengono inviati in Alto Adige e le indicazioni dello 007 contribuiscono al ritrovamento da parte degli Alleati. Nel dopoguerra la lotta non si arresta: Siviero riporta in Italia il Discobolo copia dell’originale greco di Mirone, mentre, sempre per merito suo, torna a casa pure la bella Danae, che tanto aveva ispirato il Maresciallo, e si conclude fruttuosamente la caccia alle Fatiche di Ercole di Antonio del Pollaiolo.
Dal suo ufficio romano in Palazzo Venezia, il salvatore di tante opere controlla una rete di informatori e avvia negoziazioni: numerose saranno le polemiche per la sua «spregiudicatezza». «Risultano ancora mancanti dall’Italia - ricorda Scarlini - 1.645 opere sottratte in tempo di guerra». Il numero non sarebbe stato questo senza le rocambolesche operazioni della spia che descriveva la sua vita come un tragitto in una «selva oscura».