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 2014  febbraio 09 Domenica calendario

NELLA STAGIONE DEI TAGLI SI SALVA LA CONSULTA


Almeno da qualche anno gli ex presidenti non hanno più l’auto blu a vita. Ma per il resto alla Consulta è cambiato poco. Taglia il Quirinale, altri 27 milioni nei prossimi tre anni, e taglia il Parlamento (50 milioni tra il 2013 ed il 2014 la Camera, 34 il Senato che punta a 100 milioni di risparmi entro il 2016). Taglia pure il Cnel, l’«inutile Cnel» come lo definiscono tanti: 3,5 milioni nel 2012 e 4,6 milioni restituiti di recente al Tesoro rispetto alla dotazione del 2013. Chi non si smuove è la Corte Costituzionale, che non arretra di un euro. Anzi.

Piccoli risparmi
A parte la relativa trasparenza - la Consulta sul suo sito pubblica solo i bilanci preventivi riferiti al 2013 ed al 2014, nessun consuntivo e men che meno i conti degli anni passati, ostentando una certa indifferenza rispetto alle regole di trasparenza che invece tutte le altre istituzioni si sono date – spulciano di conti degli ultimi due anni balza subito all’occhio che il contributo dello Stato destinato alla Corte Costituzionale è rimasto invariato, inchiodato a quota 52,7 milioni di euro. Mentre il bilancio complessivo, quello dell’anno corrente, per effetto di avanzi di cassa (1,5 milioni), interessi attivi (3,06 milioni), versamenti al fondo pensioni di dipendenti e giudici, arriva a 61,476 milioni (61,935 l’anno passato) con un avanzo che supera quota 2,3. Anche per effetto di una voce straordinaria, non prevista nel bilancio 2013, che pesa per 3 milioni e 660 mila euro conteggiati alla voce «recuperi, rimborsi e proventi diversi».
In realtà qualche tagliettino tra le varie voci di spesa i giudici di piazza del Quirinale l’hanno messa in conto: gli acquisti di beni e servizi, ad esempio, scendono di circa 400 mila euro a quota 4.2650.000 per effetto di 160 mila euro in meno di spese sul noleggio di macchine per ufficio, 40 mila euro in meno tra mobili e materiali vari, 100 mila euro in meno di spese sul parco auto e 160 mila euro in meno di costi di gestione dei sistemi e delle reti informatiche. Di contro però ci sono 88 mila euro in più di spese per i telefoni, 10 mila euro in più di carburanti e 34 mila euro di aumento alle voce abbonamenti a riviste telematiche e banche dati.

Il peso delle pensioni
Le spese per il personale scendono di 200 mila euro, a quota 27,33 milioni, soprattutto per effetto della riduzione da 650 mila a 210mila euro dei compensi per il personale a contratto e dell’azzeramento dei 500 mila euro destinati ad «incaricati» (mentre aumenta il peso del personale di ruolo). A salire in maniera considerevole è la voce personale in quiescenza, che cresce di 750 mila euro, per effetto dell’aumento di 350 mila euro della spesa destinata alla pensione dei giudici costituzionali (salita da 5,8 a 6,15 milioni) e del personale (+400 mila euro per raggiungere quota 13,9 milioni di euro). A fine 2013 l’organico della Consulta era infatti composto da 330 persone (334 l’anno prima), tra cui 204 dipendenti di ruolo e 58 «comandati». I pensionati erano invece 235 (+8): 22 giudici costituzionali (20 nel 2012) e 9 loro superstiti, più 119 dipendenti e 85 superstiti.
E qui sta il vero problema. Il peso degli stipendi e di conseguenza delle pensioni della Consulta: 200 mila euro in media di vitalizio per ogni giudice e circa 68 mila per ogni dipendente. L’economista Roberto Perotti, sulla voce.info, lo chiama lo «scandalo nascosto». «Forse il più grande della pubblica amministrazione italiana». Lo fa a ragion veduta snocciolando dati ottenuti direttamente dalla Corte e da cui si evince, ad esempio, che la retribuzione lorda annua del presidente della Corte, incarico oggi ricoperto da Gaetano Silvestri, è di 549.407 euro, mentre quella dei giudici è pari a 457.839 euro.

Stipendi e benefit
Solo per fare alcuni raffronti, la retribuzione media lorda dei 12 giudici costituzionali britannici è di 235 mila euro, mentre in Canada il presidente guadagna 234.180 euro, 217 mila euro invece i giudici. Negli Usa «siamo a circa un terzo della retribuzione italiana»: al presidente vanno infatti 173.525 euro mentre agli altri 8 giudici ne vanno 166 mila. E come se non bastasse, oltre a questi stipendi, ai nostri giudici costituzionali sono assicurati molti benefit: dall’auto blu (con due autisti a disposizione e corredo di Viacard e Telepass), sino ai costi dell’utenza telefonica domestica che è a carico della Corte a meno che l’interessato non vi faccia esplicita rinuncia. Poi ci sono ovviamente, cellulare e pc portatile, sino ad un massimo di tre assistenti, e per i fuori sede anche una foresteria, due stanze, servizi ed angolo cottura, ricavata nel palazzo della Consulta o nel vicino palazzo di via della Cordonata. Solo per auto ed autista, stima Perotti prendendo a riferimento i dati 2013, ogni giudice costa in media 750 euro al giorno. «Probabilmente costerebbe meno farli viaggiare in elicottero se solo facessero un poco di helicopter-pooling» ironizza. Magra consolazione, dunque, sapere che dal 2011 agli ex presidenti l’auto blu viene concessa solo per un anno, mentre in passato era per tutta la vita.
Twitter @paoloxbaroni