Anna Zafesova, La Stampa 9/2/2014, 9 febbraio 2014
POCHI CLIENTI, KALASHNIKOV ADESSO HA I CONTI IN ROSSO
Per anni si è detto che se Mikhail Kalashnikov avesse brevettato il suo fucile sarebbe diventato miliardario. Ma non è vero. Il consorzio «Kalashnikov», fondato nell’ultimo anno di vita del leggendario inventore, è un disastro: 42 milioni di euro di perdite nel 2013. Il direttore Alexei Krivoruchko ammette che non si uscirà dal profondo rosso nei prossimi mesi. L’arma più popolare del mondo, 100 milioni di esemplari in 60 anni, non si vende. I consumatori di certo non mancano, tra guerre e guerriglie, ma la globalizzazione colpisce anche quel mercato particolare, e ci sono decine di produttori di kalashnikov più o meno taroccati. Lo Stato russo non ha più budget militari illimitati, e il ministero della Difesa ha interrotto le forniture perché ha i magazzini pieni. Krivoruchko, da bravo manager, vuole una ristrutturazione. «Bisogna ottimizzare, ma non licenzieremo gli operai», dice il direttore generale, che lamenta anche «spese e sprechi eccessivi» e la necessità di aumentare la produzione e cercare nuovi clienti. Le regole del mercato valgono anche per i mitra.
(Anna Zafesova)