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 2014  febbraio 08 Sabato calendario

MARYROSE: “NON COMANDO IO, IL MIO BARBONCINO NON È DUDÙ...”


Dudù non è un semplice barboncino bianco, è un punto di riferimento. Canino. Sociale. Politico. Chi arriva ad accarezzarlo pensa di strofinare la Lampada magica dei desideri; chi ci gioca chiude gli occhi e sogna di far parte dell’undici nel Milan della Champions. Se poi scondinzola è fatta. Ma solo una persona è riuscita a diventare la mamma, ops padrona di Babù, cugino di Dudù: è Maria Rosaria Rossi, una volta definita badante di B., ora plenipotenziaria di Forza Italia, tanto da aver ottenuto giovedì la nomina a capo dello staff della presidenza.
QUANDO ha ricevuto in dono il quadrupede imparentato, in molti hanno pensato “è finita, nessuno potrà più raggiungerla”. Così è. “Ma no, sono solo cugini e non si assomigliano per niente – racconta la senatrice – il mio è un semplice barboncino, mentre Dudù è Dudù”. Per carità, mai bestemmiare, meglio mantenere un atteggiamento low profile, soprattutto quando si è il cuscinetto tra presunti falchi e presunte colombe, in particolare quando si ha la possibilità di stare tutto il giorno, tutti i giorni, vicino a Berlusconi. Organizzare gli appuntamenti. Gestire le telefonate. Il cellulare. Sì, pronto, sono tizio, vorrei parlare con il presidente. “Ora è occupato , le facciamo sapere”, la risposta sistematica delle segretarie da lei ben addestrate. Ma io sono io, insistono alla cornetta. “Sì, certo, ci mancherebbe, l’abbiamo messa in lista”. E poi niente, quindi giù maledizioni da ex fedelissimi, ex ministri, ex storici, ex prime linee, ex olgettine, uniti dalla medesima sorte, comanda la Rossi. “Mi riconoscete un potere che non ho, ma non scherziamo. Il Presidente (dal tono di voce la ‘P’ è rigorosamente maiuscola) si gestisce in totale autonomia. Sono una stretta collaboratrice”, continua. Sarà. Intanto ha vinto lei, per ora, Maria Rosaria da Cinecittà, e lo sanno bene Daniela Santanchè e Denis Verdini. Da mesi ha mantenuto la linea politica degli ultimi anni: unire le forze alternative alla sinistra. Dentro a prescindere, obiettivo vincere. Quindi recuperare gli alfaniani, mantenere un contatto con la Lega, plaudire con sobrietà al rientro di Casini. Certo c’è il lodo Nunzia De Girolamo e la fatwa contro l’ex ministro lanciata da Francesca Pascale, ma anche in questo caso il tempo smorza.

“ABBIAMO combattuto con gli stessi ideali incalza Quali ideali? Siete proprio del Fatto. E comunque al Presidente mi uniscono stima, amicizia e rispetto”. Amen. Al trittico perfetto va aggiunto un altro elemento di forza: la capacità di relazionarsi con la neo first lady e con la primogenita Marina. “Ribadisco: non ho tutto questo po-te-re!”, scandisce. Ora c’è anche Toti: “È un valore aggiunto, si confronta con serenità e tranquillità”. E Renzi premier? “Non credo accetterà la presidenza senza il voto popolare”. Chiaro il messaggio.
Intanto chi la conosce la descrive come in grado di sedersi a cavalcioni sulla scrivania di Berlusconi, sorride ma non è un segnale di amicizia, guai a citare il suo evidente lato A, un tempo considerato un punto di interesse: “Ancora con questa storia? Allora è meglio il mio lato B o lo Z”. Scusi, qual è lo zeta? “Problemi vostri se non lo conoscete”. Il tempo svelerà l’arcano.
Mi scusi, cosa ne pensa della querelle con il presidente Boldrini? “Le do la mia solidarietà”. Nel frattempo la accreditano già come prossimo ministro, vittoria permettendo: “Vorrei amministrare bene casa mia, sarebbe un traguardo interessante”, impossibile farla sbottonare. È imputata nel processo Ruby Ter, l’accusa è falsa testimonianza a favore del capo rispetto alle cene eleganti di Arcore, argomento su cui lei offre la smentita di rito: “La vicenda si risolverà in un nulla di fatto. Vedrete. La sera siamo impegnati in altro”. Vedremo, questione di tempo e di barboncini.