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 2014  febbraio 08 Sabato calendario

LO GUARDI E SUBITO PENSI: “ROCCO, FIDANZATO PERFETTO”


Rocco Siffredi piace. Di più: Rocco si presenta proprio bene. Lo guardi e pensi: cavolo, non si direbbe mai che fa quel particolare lavoro che ben sappiamo. Rocco, se vi fosse un regista come Giorgio Strehler certamente finirebbe in scena con Bertolt Brecht o magari Ibsen, perché no? Rocco Siffredi si presenta proprio alla grande, non appare mai truculento, non appare neppure trucido, Rocco, sorriso in canna, appare e tutti rilevano che è giunto proprio lui, Rocco. Siffredi. Un nome e un cognome che suonano come metafora del duro lavoro italiano. Duro, proprio duro. Rocco e i suoi Siffredi, si potrebbe perfino aggiungere. Rocco Siffredi è un professionista encomiabile, Rocco Siffredi lavora come pochi, Siffredi è, sì, un cognome, ma forse è diventato addirittura un sinonimo. Se, infatti, pronunciare le generalità dell’immenso John Holmes ancora adesso suggerisce un non so che di greve risolino (già, pensa all’omaggio che ne fece Elio con le sue storie, in questo caso molto più tese, turgide: “Quand’ero piccolo, tutti mi scherzavano per le dimensioni del mio pene ed io non stavo bene soffrivo le pene per colpa del pene”) nel caso di Rocco c’è soltanto il grande ohhhh!!!! di ammirazione, da fidanzato perfetto.
SE COSÌ NON fosse, nessuno avrebbe mai pensato di spenderne il volto e il sorriso in una sorta di format televisivo: un talent. Titolo: “Ci pensa Rocco”, davvero il minimo nel paese dell’ansia da prestazione. Rocco allora come il 118 del sesso. Non potrà certamente darti in prestito il pisello, ma i rudimenti, quelli sì, ed eccolo infatti Rocco nostro, su Cielo, canale 126 Sky.
Chi sarà mai la volontaria Martina che ne ha chiesto il soccorso, affinché Rocco rimetta in sesto il suo “menage”, il suo appetito, il suo cottimo sessuale, allo stesso modo di come, altrove fa, Tata Lucia per tutt’altre faccende?
Anche in questo caso si dice “coach”, allenatore, fluido, lubrificante vivente, terribile invenzione mediatica per intendere chi dovrebbe insegnarti a fare la cosa giusta; e infatti sono imperdibili pezzi di teatro televisivo da camera i colloqui tra il docente Rocco e il ripetente Antonio: “Dimmi la tua posizione preferita”, e l’allievo: “Quella del cavaliere”, e Rocco, di rimando: “Ammazza, questa non la conoscevo”. “E adesso confessa una fantasia che hai sempre avuto e non sei mai riuscito a realizzare? “Quella della professoressa”, e Rocco di rimando: “Non ci credo? La mia si chiamava Polleggioni, e la tua?”
Il quadro successivo, non potendo Cielo far concorrenza per pubblici pudori a YouPorn, inquadra gli accoppiamenti delle giraffe presso lo zoo safari, metti, di Fasano o di Canicattì, “Noi cosa abbiamo da imparare dagli animali?”. “L’istinto”. “Ecco bravo! Gli animali sono gli unici esseri che fanno bene l’amore”. “Rocco ha proprio ragione, c’è tutto da imparare dagli animali”. “Quanto ti senti animale?”. “Tantissimo”. E qui qualcuno certamente dirà: dov’è il modulo per fare richiesta di Rocco, anvedi quanto è forte Rocco.
@fulvioabbate