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 2014  febbraio 08 Sabato calendario

I 50MILA IMMIGRATI EXTRALUSSO CHE FARANNO RESUSCITARE DETROIT


Help, stranieri! Detroit ha bisogno di voi. Venite qui a vivere, è un affare. L’appello è del governatore repubblicano del Michigan Rick Snyder, che ha escogitato un piano rivoluzionario: attrarre 50mila stranieri eccellenti disposti ad aiutare la metropoli più degradata degli Stati Uniti in cambio dell’ambito visto americano. Il programma prevede la concessione di 5mila permessi di residenza per il primo anno, di 10mila per i tre successivi, e di 15mila per l’ultimo anno. Snyder dovrà avere l’ok governativo poiché la materia dell’immigrazione è federale, e i contatti con Washinton sono già stati presi a fine gennaio. Gli strumenti tecnici sono già a disposizione: i visti EB- 2, di norma riservati a individui con diplomi di laurea e master e utilizzati dalle aziende che vogliono assumere dall’estero personale qualificato, e EB-1, rivolto a soggetti con «straordinarie capacità ». Chi ha un pedigree speciale nell’industria automobilistica, nelle scienze della vita e della salute, nelle arti, nell’alta tecnologia e in altri campi creativi e di business è ben accetto. La novità sta nella possibilità di ottenere la residenza senza che ci sia un promotore-imprenditore, perché in questo caso a fare da sponsor è la città, le cui condizioni attuali sono disastrose, ma che conserva un certo fascino. E la molla perché «arrivino i nostri » a ricreare un tessuto civile e urbano normale, oltre all’ambita green card che potrà trasformarsi in cittadinanza, è proprio l’attrazione della sfida. Peraltro, a parte le dimore miliardarie di Grosse Pointe, esiste qualche isola urbana decentemente vivibile e tracce di resurrezione si intravedono qua e là, dove giovani e artisti si sono stabiliti anche per il prezzo stracciato delle case. Se il governo federale e la città troveranno la soluzione legale, insomma, da tutto il mondo non dovrebbe essere difficile richiamare volontari: in palio c’è anche la partecipazione a una rinascita che passerà alla storia.
Detroit, la città simbolo dello Stato sui Grandi laghi del Nord, al confine con il Canada, ha legato il suo nome al boom americano industriale, diventando la capitale indiscussa delle auto per la presenza delle tre Big, GM, Ford e Chrysler. Il pubblico internazionale della musica moderna, invece, associa ancora Detroit alla leggenda di Motown dei fratelli Jackson e all’hard rock della band dei Kiss, che emigrarono da New York e celebrarono nel 1976 "Detroit Rock City". «I feel so good, I’m so alive” cantava il solista: “Sto bene, mi sento così vivo», straziante verso dedicato ad un fan dei Kiss morto in un incidente d’auto mentre andava a un loro concerto. L’auto, come industria, è poco dopo crollata trascinando le fortune della città, e i Kiss hanno spento per sempre la luce del Cobo Hall, il 25 settembre del 2009, tenendovi l’ultimo spettacolo prima della sua demolizione.
Può risorgere dalle sue ceneri la città che sfidava New York per il business e New Orleans per la musica? Le ceneri, letteralmente, sono le case bruciate nelle folli “notti del diavolo”, alla vigilia di Halloween, in cui il teppismo nero dagli Anni Settanta agli Anni Novanta ha esploso una carica distruttiva dagli effetti pari ad una vera guerra: 15 mila villette disabitate, annerite dal fuoco dei vandali. Soprattutto nel quartiere di Highland Park, il più depresso, che ha fatto da sfondo a “Gran Torino” di Clint Eastwood.
Sì, Detroit ce la può fare, scommette il governatore, che ha dalla sua il sindaco democratico Mike Duggan, il primo bianco dopo 40 anni di sindaci neri. La ricetta tiene conto della bancarotta, che non permette investimenti pubblici, ma al contrario tagli ai servizi. Ed è una cura del tutto diversa dalla solita perorata dagli statalisti che chiedono fondi a Washington. Qualche democratico in Congresso ha perorato la causa dei finanziamenti federali per salvare i bilanci municipali, «perché la condizione di Detroit è simile a quello di un’area colpita da un uragano ». Nonsenso, e neppure Obama ci sta. E allora? Detroit non può contare sulle sue sole forze e così Snyder ha pensato al sogno americano di cinesi, indiani ed europei.