Aldo Grasso, Corriere della Sera 8/2/2014, 8 febbraio 2014
SANTORO E BRIATORE DUE CORPI, UN’ANIMA
Forse altri se ne saranno accorti prima, arrivo sempre un po’ in ritardo, ma ora non ho più dubbi: Michele Santoro e Flavio Briatore sono della stessa pasta. Due populisti di successo: uno opera nel mondo dell’ideologia, l’altro nel mercato del lusso, ma il settore è lo stesso, quello dell’entertainement. Si accompagnano a belle donne, a un soddisfatto accenno di pinguedine, tendenza cafonal (più evidente in Flavio), tendenza noia (più evidente in Michele). Se non sbaglio, entrambi sono amici di Lucio Presta e potrebbero con legittimo orgoglio indossare i colori della scuderia.
Potrebbero anche scambiarsi i ruoli e nessuno se ne accorgerebbe. Lo vedo bene Michele a «The Apprentice» mentre dice «Sei fuori» o «Io non sopporto gli arroganti, i presuntuosi, i cretini e i bugiardi» (i maligni sostengono che la scena sia stata provata davanti a uno specchio); così come vedo bene Flavio a duettare e ridere con Marco Travaglio (Briatore ride delle battute di Marcolino!). L’unico che si opporrebbe allo scambio è Vauro. Eh sì, il compagno Vauro è un problema. L’altra sera, nel corso di «Servizio pubblico» (La7, giovedì, ore 21.15), appena si è accorto di questa osmosi, ha fatto una dura intemerata contro il buon Flavio, quasi una scenata di gelosia, rispolverando tutto l’armamentario operaista, accusandolo di essere al servizio dei ricchi. A quel punto si è svegliata anche la «dolente» Concita De Gregorio, ha alzato il ditino contro Mister Billionaire per spiegargli che la vita non è un talent! Flavio l’ha liquidata in due secondi: anche la «dolente», quando s’incorona di libri, sottostà a leggi televisive.
Insomma questa è la grande novità: Santoro ha definitivamente sdoganato Briatore e Briatore, con altrettanta cortesia, ha sdoganato Santoro. Due corpi che si fondono in una sola anima. Questo succede quando si esercitano tutti gli stili del decadimento, compreso il successo.