Alessio Ribaudo, Corriere della Sera 8/2/2014, 8 febbraio 2014
TURISTI A TRE RUOTE ANCHE IN ITALIA LA SCOMMESSA DEL RISCIÒ LIBERO
Fra le mille pieghe del decreto «Destinazione Italia», approvato dalla Camera, c’è la liberalizzazione dei risciò per trasportare anche dei passeggeri. Se la norma passerà pure l’esame del Senato potrebbe presto trasformare il volto dei nostri centri cittadini. In modo particolare nelle zone a traffico limitato dove questi mezzi, spesso colorati, potrebbero diventare un modo alternativo per spostarsi.
«Fino a oggi ai velocipedi a tre ruote, i cosiddetti risciò, era impedito il trasporto di persone e il noleggio con conducente — spiega il deputato Ivan Catalano (Movimento 5 Stelle) che ha proposto l’emendamento —, mentre era consentito ai tricicli a motore. Potrà sembrare un emendamento insignificante ma sono molte le piccole imprese giovanili, specialmente nell’ambito turistico, che vogliono portare in giro per le nostre città i turisti stranieri in modo silenzioso, non inquinante e dando la possibilità di fare un lavoro divertente e all’aria aperta».
Attualmente, però, i risciò vengono considerati in Italia dei velocipedi che non possono essere utilizzati per il noleggio con conducente. «Speriamo che nel passaggio i colleghi del Senato — conclude il parlamentare grillino — non cancellino questa norma».
Un modo di circolare ecologico che sarebbe anche un ritorno al passato quando in città come Roma o Milano non era strano imbattersi nei ciclo-taxi d’antan.
«Questo emendamento è una bellissima notizia — dice Giulietta Pagliaccio, presidentessa della Federazione italiana amici della bicicletta — perché, se approvata definitivamente, sanerebbe una delle tante piccole incomprensibili norme italiane. La circolazione dei risciò, tra l’altro, in alcune località, turistiche e non, viene già tollerata — continua la presidentessa della Fiab —, per questo ritengo molto utili provvedimenti semplici come questo che aiutano le città a essere più ciclabili senza dover spendere cifre ingenti per infrastrutture».
Del resto, i cosiddetti velo-taxi circolano già in almeno 120 città in tutto il mondo: da New York a Tokyo passando per Parigi, Londra e Berlino dove sono diventati un fenomeno di costume e, non in ultimo, producono un discreto giro d’affari. In Germania, a esempio, molti dei conducenti sono sia universitari che, così, hanno una fonte di reddito sia artigiani, musicisti e informatici che arrotondano lo stipendio. Non è un mestiere dove occorre solo forza fisica e resistenza. Le selezioni sono meticolose e viene chiesta «affidabilità, dedizione, indipendenza, iniziativa personale e infine, ma non per questo da sottovalutare, cordialità e disponibilità nei confronti dei clienti: dovrete conoscere la città e saperla raccontare».
Perché i turisti hanno diritto a uno spostamento ecologico e veloce ma anche a un cicerone che esalti le bellezze architettoniche.