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 2014  febbraio 08 Sabato calendario

LA CONSULTA TEDESCA DEFERISCE LA BCE MA SULL’ACQUISTO DI TITOLI DI STATO DECIDERÀ LA CORTE DI GIUSTIZIA UE


BERLINO — Parte dalla Germania un minaccioso siluro contro la politica della Bce di Mario Draghi, sullo sfondo della campagna per le elezioni europee. La Corte costituzionale federale di Karlsruhe ha contestato il programma Omt (outright monetary transactions, cioè la possibilità annunciata ma non attuata di acquistare titoli sovrani di Paesi dell’eurozona in difficoltà) con cui la Eurotower ha fermato la crisi dell’euro. Ci sono importanti ragioni per ritenere che il programma violi il mandato della Banca centrale, dicono i giudici supremi federali. Che preannunciando un loro verdetto per il 18 marzo si sono comunque rivolti alla Corte di giustizia europea per una sentenza definitiva. Immediata, e decisa, la reazione della Bce: «Prendiamo atto dell’annuncio e ribadiamo che le Omt rientrano nel nostro mandato». Sui mercati l’euro si è in un primo momento deprezzato, le Borse hanno accennato una flessione per poi recuperare, e così lo spread si è impennato a quota 210 per poi ridiscendere appena sopra quota 200, con il rendimento del Btp decennale ai minimi dal 2006. Segno che tutti contano su una sentenza dei giudici europei che dia ragione a Draghi.
«Se non ci fossero l’euro, l’Europa e la Bce che hanno dimostrato di poter intervenire in modo efficace la crisi sarebbe ben peggiore», ha ricordato il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. E il ministro degli Affari europei, Enzo Moavero, giudica positiva la decisione della Consulta di Karlsruhe di rivolgersi alla Corte europea.
Dall’Italia, come dalla Commissione europea e dalla Bce, le reazioni sono dunque di sollievo per il fatto che l’ultima parola spetterà ai giudici europei e non a quelli tedeschi, e per la forte speranza che la Corte europea dia ragione alla Eurotower. Suonano un po’ diversi i toni da Berlino: il governo della cancelliera Angela Merkel «prende atto con rispetto» della decisione di Karlsruhe. Senza commentare l’annuncio, la portavoce Christiane Wirtz sottolinea che la scelta della Corte europea «sarà considerata come vincolante», ma comunque «bisogna aspettare quello che succederà ».
I giudici di Karlsruhe, definendo le Omt un aiuto illecito ai bilanci pubblici nazionali, parlano di “gravi indizi” di violazione del mandato. La Bce, dicono, «non è autorizzata a perseguire una propria politica economica, e può soltanto supportare le politiche economiche dell’Unione… se si assume che la decisione sulle Omt sia un atto politico indipendente, questo viola chiaramente la distribuzione delle competenze », perché «un sistema di redistribuzione fiscale non è previsto
dai trattati europei». Le Omt possono rientrare nel mandato «solo se interpretate in modo restrittivo».
Falchi tedeschi contro l’Europa, dunque, ancora una volta. Con Angela Merkel in mezzo al guado, non potendo violare l’indipendenza della magistratura. Certo, la pronta levata di scudi da più parte in appoggio a Draghi - il commissario europeo Olli Rehn fa ricordare dai portavoce che «la Commissione è sicura che la Bce, esercitando il proprio mandato, agisce in piena conformità con le leggi europee» – confortano i mercati. Ma si delinea uno scenario temuto dalle colombe e auspicato dai falchi: quello che il monito di Karlsruhe freni le decisioni della Eurotower spingendola a prudenza politica verso Berlino. Secondo l’istituto economico tedesco Diw, quello di Karlsruhe «è uno stop provvisorio del programma Omt», perché «non pensiamo che la Bce, per ragioni politiche, possa realizzare un programma se contemporaneamente c’è un provvedimento aperto davanti alla Corte di giustizia». Per cui «la Corte europea deve fare chiarezza il prima possibile».