Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 09 Domenica calendario

LONDRA —

Sciolto il segreto? Cosa rappresentano le 204 pagine di testi e disegni chiuse in una biblioteca di Yale che da secoli costituiscono un rompicapo per gli studiosi? Stando a due esperti statunitensi il manoscritto Voynich, considerato uno dei libri più misteriosi al mondo, sarebbe un trattato di botanica scritto in una lingua del Messico.
Il volume venne acquistato all’inizio del XX secolo da un mercante di libri polacco — Wilfrid Voynich — che lo recuperò dal collegio gesuita di Villa Mandragone, vicino a Frascati. L’ipotesi che si trattasse di un tiro giocato all’imperatore Rodolfo II d’Asburgo, che nel XVI secolo lo aveva comprato per una cifra da capogiro, è stata smontata da un esame al carbonio che ha datato la pergamena utilizzata per il manoscritto tra il 1404 e il 1438. Ora Arthur Tucker, della Delaware State University, e il collega Roxford Talbert sostengono di aver identificato una delle piante raffigurate. Si tratterebbe di un arbusto azteco, xiuhamolli , nominato in un rispettabile trattato del 1552. «I due disegni sono talmente simili che sembrano realizzati dalla stessa mano», spiega Tucker. Rimangono sconosciute le altre figure, così come l’alfabeto utilizzato, ma questo primo passo, sottolinea Tucker, potrebbe essere «un pezzo del puzzle».
Paola De Carolis