Filippo Di Chiara, La Gazzetta dello Sport 8/2/2014, 8 febbraio 2014
PERCASSI: «LA MIA ATALANTA PER L’EUROPA
Presidente Percassi, la salvezza è in tasca: + 10 sulla retrocessione. Qual è il prossimo traguardo della sua Atalanta? L’Europa?
«Alt, servono 40 punti. Poi parleremo d’altro... Comunque avverto nei miei calciatori grande fiducia e autostima. Centrato l’obiettivo magari potremmo alzare l’asticella... Io mi accontenterei di primeggiare nella parte destra della classifica».
In casa l’Atalanta tiene testa alle grandi. Fuori casa si fatica troppo: 9 sconfitte su 11 gare, così male solo nel 2004-2005. E a Firenze l’Atalanta non vince dal ‘93.
«Da quando sono tornato alla guida del club non abbiamo mai vinto con la Fiorentina. E’ il momento di provarci: i Della Valle hanno fatto un lavoro straordinario e Montella fa giocare bene la sua squadra ma sono convinto che possiamo fare risultato, sarebbe il salto di qualità atteso anche fuori casa. I miei rimpianti del torneo sono legati a tre gare esterne alla nostra portata: Samp, Livorno e Sassuolo».
E’ giunto al quarto anno di presidenza. Che progetti ha per il futuro?
«La mia priorità è consolidare l’Atalanta come un’importante realtà della A tenendo sempre d’occhio i bilanci. Poi stadio nuovo, valorizzazione del vivaio e del marchio Atalanta».
Partiamo dallo stadio.
«A fine torneo presenteremo al Comune di Bergamo un nuovo progetto: 24 mila posti tutti a sedere, museo, store, ristoranti e niente barriere per un investimento da 30 milioni. sarà una struttura per le famiglie. La nostra idea è effettuare i lavori sul Comunale già esistente: se sarà indetta una gara di vendita noi ci saremo, altrimenti potremmo chiedere in concessione lo stadio per 99 anni sul modello Udinese. Questo è un passaggio fondamentale per non allargare il gap con le grandi».
Questa settimana il giudice sportivo ha multato l’Atalanta di 30 mila euro per lo scoppio di un petardo che ha ferito un cameraman nel match col Napoli. A gennaio è iniziato un processo a carico di oltre 100 ultrà dell’Atalanta. La tifoseria è pronta per un impianto senza barriere?
«Credo che i nostri tifosi siano maturi per uno stadio senza barriere . Il processo riguarda fatti relativi alla passata gestione, ma episodi come quello di domenica non devono verificarsi. Io sono per il dialogo, la nostra linea ha avuto il plauso dell’Osservatorio e fino ad oggi non è mai accaduto niente di particolare».
Capitolo giovani. Dei tanti in giro per l’Italia chi è pronto per tornare in prima squadra?
«Io spero che i giovani già in rosa come Nica, Betancourt, Olausson possano avere più spazio. Poi fuori abbiamo grandi risorse: l’elenco sarebbe lunghissimo, mi limito a citare Marilungo, Capelli, Minelli, Nava, Molina, e poi Zappacosta che piace tanto alla Juve e potremmo diventare comproprietari... Il futuro dell’Atalanta con questi giovani è in cassaforte».
E Baselli? E’ pronto per una grande?
«Ha un avvenire assicurato. E’ stato riscattato per 800 mila euro e vale almeno 8-10 volte di più ma un altro anno con noi gli farà solo bene. Qui c’è un’attenzione particolare per i giovani: investiamo 3,5 milioni l’anno per il settore e siamo in attesa dell’autorizzazione per un nuovo progetto da 3 milioni. A Zingonia il settore giovanile avrà una struttura autonoma e all’avanguardia».
A proposito di giovani, cosa pensa di Livaja?
«E’ un ragazzo dalle potenzialità enormi, in allenamento fa dei numeri straordinari. Ho grande fiducia in lui, presto esploderà».
Anche l’Atalanta è stata toccata dalla piaga del calcioscommesse. A che punto siete col codice etico?
«Nel nostro gruppo c’è un Internal Audit che da un anno sta lavorando alla realizzazione di un protocollo assolutamente innovativo in materia di frode sportiva per tutti i tesserati, in linea con il dlgs 231 del 2001. Fra un mese saremo pronti e presenteremo questo nuovo modello».
A giugno quale tra i big sarà più difficile trattenere? E Colantuono? Rimarrà all’Atalanta per il quinto anno?
«Denis io lo immagino con noi a vita, ha tanti estimatori ma ha sposato il progetto. Con Maxi Moralez c’è un discorso già avviato per il rinnovo: con lui ci vedremo a fine torneo. Bonaventura e Consigli? La storia dell’Atalanta dice che questo club ha sempre valorizzato i giovani del vivaio per poi cederli al momento giusto a club più ricchi, riuscendo poi a trovare al suo interno i nuovi talenti da lanciare. Non tarpiamo le ali a nessuno: è lecito avere ambizioni, se capiterà l’occasione giusta... Quanto a Colantuono, a parte il lungo contratto (2016, ndr) sa bene di avere alle spalle una società seria e un organico forte. Lui è il tecnico ideale per questa squadra».
Diversi suoi colleghi di A hanno scelto di acquistare club all’estero.
«Per ora penso a consolidare l’Atalanta, tenendo in ordine i bilanci. Questa è la mia priorità. Comunque a livello di marketing stiamo cercando di valorizzare al meglio il marchio e siamo vicini a chiudere un accordo con Nike per il prossimo torneo: non solo sponsorizzazione tecnica, con Nike sarà una partnership ad ampio raggio».
Non ci ha parlato di Europa... A fine 2013 ha acquisito quote di Alitalia: più facile l’ingresso degli arabi di Etihad nella compagnia aerea o il raggiungimento di quel traguardo che a Bergamo manca da 22 anni?
«(sorride...) Sarebbe bello se si concretizzassero presto entrambe le prospettive. L’Atalanta per me non è un business ma è passione, io e la mia famiglia siamo i primi tifosi di questa squadra e conosciamo le richieste, i sogni della gente che poi sono anche i nostri. So bene che l’Atalanta è fuori dall’Europa da tanti anni e farò il possibile per riportarla. Quando pronuncio questa parola però lo faccio sempre sottovoce perché non voglio creare illusioni: credo che un bilancio del nostro lavoro potrà essere fatto nell’arco dei 10 anni di tempo».
Cosa si aspetta dalla trasferta a Firenze?
«Voglio vedere in campo la determinazione, la ferocia agonistica che ci contraddistingue quando giochiamo al Comunale e lottiamo alla pari con le grandi. Ci terrei tanto ad invertire il trend negativo».
Chi la conosce bene la descrive come una persona alquanto superstiziosa. Quando si gioca in casa e il risultato non arriva i suoi spostamenti in tribuna sono frequenti...
«Vero, ma io sono innanzitutto molto religioso. Da calciatore all’epoca badavo ai calzettoni, a radere la barba o meno. Da presidente inevitabilmente l’animo del tifoso viene fuori anche nel quotidiano: pochi giorni fa ho comprato un abito nuovo e ho pensato: “Magari lo indosso a Firenze, chissà che...”». Passione nerazzurra.