Giuseppe Guastella, Corriere della Sera 7/2/2014, 7 febbraio 2014
PIER SILVIO, PRIMA VOLTA AL TRIBUNALE DI MILANO
Arrivato per essere interrogato al processo Mediatrade sui diritti tv, Pier Silvio Berlusconi entra per la prima volta nel palazzo di giustizia di Milano per uscirne poco più tardi con un’aggravante in più sull’accusa di frode fiscale, che fa slittare l’audizione al 13 marzo quando il tribunale concede ai legali i termini a difesa. I pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro contestano ora agli imputati anche la «transnazionalità» del reato perché dagli atti, tra cui la rogatoria a Hong Kong dell’estate, emergerebbe che la frode da quasi 8 milioni si sarebbe sviluppata tra il 2005 e il 2009 attraverso Italia, Cina, Svizzera e Usa. L’ aggravante, che sposta di due anni (fino al 2019) la prescrizione e in caso di condanna aumenta fino alla metà la pena, viene accolta con «molto stupore» da Mediaset che ribadisce la correttezza dell’operato e la «innocenza» del suo vice presidente, i cui avvocati Filippo Dinacci e Niccolò Ghedini (nella foto, con Pier Silvio ) parlano di una «contestazione totalmente destituita di ogni fondamento in fatto e in diritto». Mentre esce dal palazzo, che tante volte ha visto protagonista suo padre, a chi gli chiede se qualcun altro in famiglia è pronto a scendere in politica, Berlusconi risponde sorridendo: «Non penso proprio, la politica non è fatta di successione ma di esperienza e competenza. Semmai se ne parlerà tra molti anni, fatte le dovute esperienze».
Giuseppe Guastella