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 2014  febbraio 07 Venerdì calendario

«LA GABBIA» SU LA7 E UN COPIONE PESSIMO


Quando mi capita di seguire «La gabbia», il talk show ispirato ai peggiori bar di Caracas, penso a Urbano Cairo, penso al Torino (grazie presidente!), penso alle differenze che esistono tra la tv e il calcio (La7, mercoledì, ore 21.18).
Quando seguo «La gabbia» sto male perché mi dispiace non poco vedere a che bassezze linguistiche può arrivare un programma, quando si dà sfogo agli istinti più bassi (anche la politica ha i suoi), alla famosa «pancia» del Paese, alle frustrazioni dei partecipanti. L’altra sera, per esempio, fra i vari ospiti (c’erano Maurizio Zamparini, Daniela Santanchè, Sandra Amurri, Paola Taverna, Sandro Gozi), l’unico pensante era Giampiero Mughini. Gli altri andavano a copione, un pessimo copione.
Quando seguo «La gabbia» penso che il conduttore Gianluigi Paragone fino a poco tempo fa era un fervido leghista e adesso corteggia da vicino i grillini, alimenta l’antipolitica; niente di male (molti leghisti sono approdati al M5S) ma il populismo non ha mai creato buona tv: sa solo dare i voti alla Boldrini o a Napolitano (profondo è l’odio nel confronti del capo dello Stato), invitare in studio un pubblico berciante, da curva ultrà, inseguire il grado zero di scrittura.
Quando seguo la «La gabbia» penso a Urbano Cairo. In otto anni di presidenza del Toro ha capito che per vincere qualcosa bisogna aspirare al meglio: tenersi i giocatori di talento, cercarne altri di classe, crescere giovani coltivando il loro estro. I buoni risultati arrivano solo così.
Nell’editoria e specialmente nella tv generalista si seguono invece altre strade: per fare audience bisogna aspirare al peggio. Lo ha confessato Cairo stesso: ha detto che quando era in ritiro con la squadra, per passare il tempo, seguiva «L’ultima parola» di Paragone, allora in Rai, quota Lega. E lo ha voluto nella sua squadra.
Presidente, per me Paragone è peggio di D’Ambrosio. Vedrà.