Filippo Facci, Libero 7/2/2014, 7 febbraio 2014
FATTO IL DECRETO TROVATA LA CORTE
Quella del Decreto svuotacarceri è unaquestione di soldi e basta, non è che di colpo sono diventati garantisti. Il Pd ha detto che è «un obbligo imposto dalla nostra coscienza a da una sentenza dell’Europa»: ma la coscienza, sul tema, manca da lustri, mentre la sentenza è a maggio. Il rischio è dover pagare centinaia di milioni di euro. La norma più discussa riguarda l’estensione della liberazione anticipata che ora prevede uno sconto di 45 giorni ogni sei mesi: passerebbe a 75 giorni per un periodo limitato. Può non piacere, ed è stravero che la classe politica se n’è fottuta sino a oggi: il che non toglie che ipotizzare «interventi strutturali» da qui a maggio è semplicemente ridicolo, così come e parlare di «regalo ai mafiosi» è semplicemente falso: dal beneficio sono esclusi mafiosi, terroristi, stupratori eccetera. Il problema vero è proprio questo, o meglio, il problema vero riguarda chi comanda in Italia: non solo i magistrati - che sulle scarcerazioni deciderebbero caso per caso -ma la solita Corte Costituzionale, che potrebbe bocciare proprio il discrimine previsto tra i vari reati: già in passato la Consulta spiegò che la liberazione anticipata (i 45 giorni) non riguarda i reati dei condannati, bensì la loro rieducazione che deve essere uguale per tutti, al pari - potrebbe facilmente osservare - dell’estensione dello sconto a 75 giorni. Possiamo darlo abbastanza per sicuro, dati i precedenti: il governo non libererebbe i mafiosi, la Consulta sì.